Nascerà
una nuova società con la Fiera Milano per promuovere la lettura a
partire da una nuova manifestazione. È quanto deciso dell’Associazione
italiana degli editori chiamata a scegliere tra il progetto proposto da
Milano e quello di Torino con il Salone del Libro. «L’amministrazione e
la fondazione di Torino decida di fare quello che vuole — ha spiegato
il presidente dell’Aie Federico Motta — Noi iniziamo un percorso nuovo».
La nuova manifestazione si terrà nello spazio della fiera di Rho nel
mese di maggio.
È quanto deciso oggi dall’Associazione italiana editori (Aie).
La decisione è arrivata al termine della riunione, durata oltre tre
ore, degli organi direttivi dell’Aie, Comitato di presidenza e Consiglio
generale, nella sede dell’Aie, a Milano in corso di Porta Romana 108. I
32 voti del Consiglio sono risultati così suddivisi: 17 voti a favore,
8 astenuti e 7 contrari. «È stata una scelta mossa dalla validità
del progetto — ha aggiunto Motta —, i costi sono importanti ma non è
stato deciso su quella base». Che sarebbero 200 mila euro per tre
padiglioni a Rho Pero contro i 600 mila del Lingotto.
In maggio alla fiera di Rho.
L’iniziativa milanese è prevista alla fiera di Rho nel mese di maggio
del 2017 e sarà presentata il prossimo settembre: in quell’occasione
verrà comunicato il nome della manifestazione. Non si tratta di «uno
sgarbo istituzionale» ha sottolineato Motta ma «della volontà di fare
qualcosa».Il Consiglio generale ha
dato mandato al presidente Motta di procedere alla realizzazione del
«Progetto Promozione del Libro» in una joint venture con Fiera Milano.
Non «un nuovo salone», ma «un percorso autonomo di cui la fiera è solo
un elemento», ha chiarito il presidente di Aie. «La decisione è stata
presa dal consiglio generale all’unanimità il 25 febbraio scorso», ha
detto Motta, ma non è stata annunciata subito per evitare interferenze
con la campagna elettorale a Torino.
La newco (ovvero la new company) sarà composta al 51% da Fiera Milano e al 49% da Aie.
La nuova società si occuperà di promuovere e sviluppare attività di
promozione del libro attraverso l’organizzazione di eventi fieristici
non solo a Milano ma sull’intero territorio nazionale: a Roma la
manifestazione «Più libri più liberi» e nel sud Italia una rassegna
che avrà carattere itinerante. Questi eventi si uniranno, poi,
all’iniziativa «Io leggo perché» con cui gli editori per ogni libro
donato alle biblioteche scolastiche o aziendali ne doneranno un altro.
Riguardo i rapporti con Torino,
l’Associazione italiana editori si dichiara aperta alla collaborazione.
L’auspicio, si legge nel comunicato diffuso dall’Aie, è di poter
continuare con le Istituzioni piemontesi e la Fondazione per il Libro,
la Musica e la Cultura, che gestisce il Salone del Libro, «una
collaborazione tesa all’individuazione e alla realizzazione di eventi
per lo sviluppo della lettura». Il presidente Motta, inoltre, ha
ribadito l’intenzione dell’Associazione di uscire dalla Fondazione per
il Libro, la Musica e la Cultura.
Lindau si dissocia. Tra le prime
reazione degli addetti ai lavori all’annuncio dell’Aie di una nuova
manifestazione libraria a Milano è quella della casa editrice Lindau
che è si dissociata dalle decisioni assunte dal Consiglio. «La posizione
del Consiglio non è quella degli associati — ha dichiarato Ezio
Quarantelli, direttore editoriale di Lindau —. Non siamo mai stati
consultati». Lindau mette in dubbio il rinnovo dell’adesione
all’Associazione e invita gli editori che condividono il dissenso «a
costituire un Coordinamento a sostegno del Salone Internazionale del
Libro di Torino».
«Niente ‘scippo’ ma serve un nuovo progetto» per Sergio Chiamparino.
Da Torino la prima risposta alla decisione dell’Aie di organizzare a
Milano la propria buchmesse arriva dal presidente della Regione Piemonte
Sergio Chiamparino che ha sottolineato «la necessità di lanciare un
progetto altamente innovativo, un progetto nazionale». E, in riferimento
ai rapporti con Milano, ha aggiunto: «La parola ‘scippo’ non mi
appartiene, ci serve un progetto forte».
Chiamparino e il rischio ‘saloncini’.
L’idea dal presidente della Regione Piemonte è quella dare il via a un
nuovo ciclo dove il Salone di Torino, con la sua storia trentennale
(è nato nel 1988), sia «capofila e punto di riferimento». Fare
affidamento «sulle divisioni interne» all’Associazione italiana editori,
ha spiegato, significa correre «il rischio di fare due ‘saloncini’».
«Sfida accettata». In risposta
alle parole di Motta che dopo la scelta di Milano aveva
aggiunto«Torino faccia quello che vuole», Chiamparino ha rilanciato:
«la sfida è accettata». «E lo dico — ha aggiunto — con toni meno
sgradevoli dei suoi». Ha concluso: «Ci prendiamo il tempo strettamente
necessario per elaborare un progetto innovativo».
«Spostiamo le nomine della Fondazione per il Libro».
La prima conseguenza della decisione dell’Associazione italiani editori
di puntare su Milano è la richiesta, da parte del presidente Sergio
Chiamparino, di uno slittamento del rinnovo degli organi della
Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, che gestisce il Salone
di Torino. Venerdì 29 luglio è in programma l’assemblea dei soci
della Fondazione. Chiamparino si augura possa essere «un’occasione utile
per un primo confronto» ma, prosegue, «credo non sia prudente in
questa fase procedere con le nomine. Le rimandiamo a dopo agosto, quando
il progetto sarà più definito».
D’accordo con Massimo Bray. Sulla
stessa lunghezza d’onda, assicura Chiamparino, sarebbe l’ex ministro
della Cultura, Massimo Bray, presidente in pectore della Fondazione. «Ho
già parlato con Bray, che è disponibile a lavorare su queste linee
guida: prima occorre un’idea chiara da sviluppare e poi si potrà
parlare di rinnovo degli organi della Fondazione per il Libro».
«Ha vinto la voglia del nuovo» è il commento di Stefano Mauri
sulla decisione del Consiglio generale dell’Associazione italiana
editori di puntare su Milano. Mauri, presidente e ad del Gruppo
editoriale Mauri Spagnol (Gems), vede in questa scelta «qualcosa di
nuovo che dia ad Aie la governance che le spetta di una fiera di settore
come accade in Europa». La decisione di Aie nasce — secondo Mauri che
non fa parte del Consiglio generale e che quindi non ha preso parte alla
votazione — dall’avere «valutato le diverse opzioni» sul terreno e non
dalla contrapposizione tra le due città. Mauri è altresì convinto che
«avrebbe vinto l’ipotesi di costituire il progetto con Fiera Milano,
anche se non avessero votato i grandi gruppi editoriali».
Chiara Appendino: «Il Salone del Libro si farà a Torino».
La sindaca del capoluogo piemontese ha aggiunto: «Noi andiamo avanti
per la nostra strada: il Salone del Libro è un valore aggiunto per
Torino e per il Piemonte e l’edizione 2017 si farà». Commentando la
decisione dell’Aie di dare vita a una propria manifestazione libraria a
Milano, il primo cittadino del capoluogo piemontese ha aggiunto: «Erano
evidentemente troppi gli errori del passato che hanno portato a questa
situazione». Appendino ha, infine, rilanciato: «Sapremo cogliere
l’occasione per rinnovare».
Su posizioni opposte Piero Fassino e Filippo Del Corno.
L’ex sindaco di Torino Fassino ha parlato «esito scontato. I vertici
dell’Aie avevano deciso fin dall’inizio di voler organizzare un Salone a
Milano» e ha esortato Torino «a non rinunciare a essere una città del
libro» e a valorizzare il patrimonio e l’esperienza accumulata negli
anni con il Salone. Mentre per Del Corno, assessore alla Cultura del
capoluogo lombardo, «il Comune di Milano è pronto a condividere con
tutti gli editori e con Fiera Milano il nuovo percorso di respiro
nazionale per la promozione del libro, dell’editoria e della lettura».
Corrado Peraboni, amministratore delegato di Fiera Milano, ha parlato
di «una grande soddisfazione e un bellissimo regalo alla città».