venerdì 10 febbraio 2017

SETA di Alessandro Baricco


SETA

di Alessandro Baricco


- E’ la storia di questo insolito personaggio che abita in un paesino con l’amata moglie. Era il 1861 e Hervé viveva in un paesino nel sud della Francia chiamato Lavilledieu. Il suo lavoro consisteva nel comprare bachi da seta ancora sotto forma di uova, all’estero, confezionarli e rivenderli a fabbricanti di seta del paese. Un anno però, le epidemie che si stavano sviluppando in Francia, si espansero fino all’Egitto e alla Siria, luoghi dove lui recuperava i bachi. Non trovando più lavoro, Hervé si mise ala ricerca disperata di una soluzione. Aveva sentito parlare della seta cinese, molto pregiata e molto buona; a quei tempi però non era semplice intraprendere un viaggio dalla Francia fino in Cina, anche perché erano mondi piuttosto sconosciuti e avversi. Armato di un forte coraggio, Hervé decide comunque di partire, e organizzati tutti gli incontri si mette in viaggio. L’ambiente cinese è completamente diverso da quello a cui lui è abituato in Francia. Qui lui prende contatti con il capo di un villaggio che gli vende appunto le uova tanto agognate. Lo sconvolgimento della sua vita avviene però quando vede una giovane, bella ragazza accovacciata sulle gambe di Hara Kei, il suo fornitore. L’anno seguente riesce anche in qualche modo a comunicare con questa ragazza, che sembra interessata a lui. Viene colpito ogni volta di più dalla bellezza e dalla magia di quella donna. Tanto che con il passare del tempo i suoi viaggi non avevano più solo l’obiettivo di recuperare i bachi, ma anche di rivedere la misteriosa fanciulla. Un anno prima di andarsene, lei gli consegna un biglietto scritto in ideogrammi cinesi.
Alla ricerca di scoprire il significato di quelle scritte si reca da una ghescia a Parigi. Il biglietto gli chiede di tornare, che lei lo aspettava. Questo amore platonico tra i due è la continua angoscia di questa storia: lei nascosta da Hara Kei, lui col pensiero di avere a casa l’amata moglie. Gli arriva a casa una lettera scritta ancora con quegli ideogrammi cinesi. La traduzione era uno scritto d’amore e di sesso per Hervé. L’ultimo anno in cui si reca in Cina, è quando è iniziata la guerra e il popolo di Hara Kei è costretto a scappare. Lui riesce a raggiungerli, ma non riesce a vedere la ragazza, con il risultato di essere cacciato e intimato a non tornare. La sua vita da quel momento si ristabilì a Lavilledieu, con la moglie. La nostalgia di quei posti magici, gli fecero creare un suo giardino tipicamente cinese, con l’uccelliera come aveva Hara Kei. Solo dopo la morte della moglie Hervé capisce ogni cosa: sulla tomba ci sono dei fiori, simbolo della ghescia parigina; intuisce quindi che la seconda lettera, per la quale lui aveva fatto l’ultimo viaggio in Cina non l’aveva scritta la misteriosa ragazza, ma sua moglie. Spegnerà poi così la sua magica vita in rituale di abitudini e ricordi.

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