ASPETTANDO I BARBARI
di J.M. Coetzee
- Il protagonista, un magistrato avanti negli anni, vive in una fortificazione ai confini dell’Impero: Attorno a lui il deserto, il lago salato, le montagne lontane, dimore dei barbari che di tanto in tanto si sono spinti fino alle porte delle civiltà per barattare i propri beni. In un luogo e in un tempo non meglio definiti, l’Impero si sente minacciato. I barbari stanno arrivando e non vogliono barattare niente. Vogliono razziare, uccidere, distruggere. L’esercito giunge a stanziarsi nell’oasi amministrata dal magistrato e le barbarie hanno inizio: torture, violenze, degradazioni, umiliazioni. L’Altro è in ognuno di Noi. Il nemico siamo noi, è insito nell’uomo, è una latenza. Joll, a capo della Terza Divisione, è un nuovo modello di Inquisitore moderno a cui il magistrato non può fare a meno di opporsi. Inizia così un’esperienza lunga un anno che vede il magistrato sperimentare eventi ed emozioni prima d’allora sconosciuti: l’attrazione per una barbara resa storpia e cieca dai soldati, l’umiliazione a cui lo sottopongono i suoi stessi colleghi, l’oblio a cui lo destinano gli abitanti dell’oasi, la fame. Per la prima volta comprende cosa significhi abitare un corpo fatto di bisogni mediocri e di pensieri troppo grandi da spiegare anche a se stesso.
E intanto i barbari non si fanno vedere, si fanno aspettare.
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