lunedì 18 giugno 2018

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ADDIO BONUS CULTURA
Stop per i 18enni già nel 2018

Il bonus cultura per chi compie 18 anni nel 2018 e nel 2019 si dissolve da subito. Per quasi 1,2 milioni di giovani non ci sarà, così, la possibilità di accedere all’app che permette di spendere 500 euro in prodotti culturali, come libri, dischi, teatro o cinema. Lo ha appena deciso il Consiglio di Stato, con un parere depositato venerdì scorso che, oltre a bocciare la misura nella sua ultima versione, rischia di chiudere per sempre il percorso di questo beneficio. Il motivo è che il ministro dei Beni Culturali, Albero Bonisoli ha espresso perplessità verso lo strumento e probabilmente non correrà in suo soccorso, dopo la bocciatura maturata a Palazzo Spada.



Platea da 1,2 milioni di giovani
I giudici sono stati chiamati a esaminare il decreto che, modificando il regolamento attualmente in vigore (Dpcm 187/2016), avrebbe dovuto prorogare il bonus per i diciottenni del 2018 e del 2019: rispettivamente, 592mila e 581mila giovani. Il problema, però, è che l’estensione di altri due anni dei 500 euro poggia su basi troppo deboli, secondo il Consiglio di Stato. Manca, cioè, una norma di rango primario che giustifichi questo allungamento dei tempi. La proroga, infatti, non è stata inserita nell’ultima legge di Bilancio, come era stato negli anni scorsi.

Le eccezioni del Consiglio di Stato
La prima versione del bonus era stata regolata dalla manovra del 2016, poi attuata dal Dpcm 187/2016: qui si prevedeva l’agevolazione per chi avrebbe compiuto diciotto anni nel 2016. Con la legge di Bilancio 2017 era stata disposta l’estensione ai diciottenni dell’anno successivo: da qui erano nato un provvedimento di modifica del decreto 187. L’ultima legge di Bilancio, invece, ha optato per una soluzione diversa. E si è limitata a prevedere, nelle tabelle di stanziamento delle risorse finanziarie del Mibact per il 2018 e il 2019, uno spazio per rinnovare l’agevolazione. Confermandola, ma in maniera solo implicita.

Le alternative per salvare l’agevolazione
Per Palazzo Spada, questa soluzione non sta in piedi: i dubbi sono stati oggetto di una corrispondenza con il legislativo di Palazzo Chigi, che non ha fugato le perplessità. Resta, infatti, la «necessità di emanare una norma legittimante di rango primario da porre a base del Dpcm in esame». Quindi, l’unica strada è quella di «procedere in via regolamentare una volta introdotta la fonte normativa primaria legittimante l’intervento in favore della platea dei nuovi beneficiari, in coerenza con la conferma dello stanziamento finanziario».
In altre parole, bisognerebbe fare un passo indietro, inserire la proroga in una legge e solo a quel punto procedere attraverso un regolamento di modifica delle norme in vigore. Il governo, però, non sembra intenzionato a correre in soccorso del bonus per i diciottenni.

(fonte:Il Sole 24Ore)

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