STORIA DEL PENSIERO POLITICO EUROPEO
dal XIX al XX secolo
di Salvo Mastellone
- Dai modelli politici adottati dopo il Congresso di Vienna alla caduta del Muro di Berlino e agli sviluppi più significativi delle democrazie liberali: l'intera storia del dibattito politico dell'Europa. Grazie alla sua capacità di sintesi e attraverso la rigorosa analisi degli avvenimenti storici ed economici, Salvo Mastellone ci presenta, con questa sua "Storia del pensiero politico europeo", un quadro organico e originale delle teorie politiche e sociali del XIX e XX secolo.
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5. Prospettive di democrazia liberaleNell'Europa occidentale, in questa seconda metà del Novecento, molte e profonde sono state le riflessioni sulla libertà, sull'uguaglianza, sulla giustizia, vivaci sono state le discussioni sulla società e sulla cittadinanza, ma è possibile affermare che il tema dominante è stato il tema della democrazia. È difficile trovare uno studioso europeo di filosofia politica o di scienza politica che non abbia affrontato il tema della democrazia: la democrazia «vera» contrapposta alla democrazia «falsa»; la democrazia «partecipativa» messa a confronto con la democrazia «rappresentativa»; la democrazia «superiore» preferita alla democrazia «decadente». Maurice Duverger ha pubblicato nel 1961 il saggio La sesta Repubblica e il regime presidenziale, ma i titoli dei capitoli sono: La démocratie du XXe siècle, Les formes de la démocratie d'Occident, La démocratie directe en France. Gli studi sui partiti politici sono stati numerosi, ma hanno sempre avuto come sottofondo la democrazia; le proposte di riforme elettorali sono state avanzate in nome della democrazia; le considerazioni critiche sul funzionamento dei parlamenti hanno avuto come finalità il rispetto della democrazia.
Da un'angolatura democratica sono stati riletti e riproposti Rousseau e Tocqueville, Marx e John Stuart Mill. I lunghi dibattiti sull'unificazione europea hanno coinvolto sempre la democrazia; al momento delle decisioni da prendere in sede comunitaria c'è stato sempre, da parte di uno Stato o da parte di un partito, il richiamo solenne alla democrazia. Le minoranze etniche e le realtà regionali hanno sostenuto le proprie autonomie in nome della democrazia. La difesa dei diritti umani è stata presentata come difesa dei diritti democratici del cittadino.
Persino i compromessi politici raggiunti in sede nazionale ed internazionale sono passati come atti di tolleranza democratica. Alcune proposte politiche, che contemperano la realtà sociale con la richiesta individuale, meritano particolare attenzione all'inizio di questo nuovo secolo; in esse è sottintesa una realtà politica poliarchica non solo di istituzioni, ma anche di élites in competizione.
Nelle società industriali contemporanee maturano due forme di governo: la democrazia liberale e il totalitarismo; questi due regimi politici hanno un diverso tipo di reclutamento delle élite, e sono governati in modo diverso. In tre lavori tradotti in italiano dal titolo La società industriale, La lotta di classe, La teoria dei regimi politici, Raymond Aron ha sottolineato che tratto caratteristico di ogni società è la struttura della élite, sia come sistema di reclutamento, sia come relazione tra i gruppi che esercitano il potere. Nell'ordinamento monocratico a partito unico le diverse forme di potere sono monopolizzate da una élite unitaria, laddove nell'ordinamento poliarchico esiste una molteplicità di gruppi sociali ed una pluralità di categorie dirigenti, tra loro in competizione.
Nei governi democratici liberali i gruppi di potere si differenziano e si contrappongono, ma sono sempre disponibili al dialogo e alla concertazione. Nei governi industriali dispotici manca la pluralità politica, manca l'antagonismo sociale, perché a causa della struttura monocratica gli uomini del partito unico sono classe politica, dirigenti d'azienda, gestori dell'economia nazionale e funzionari statali.
Dino Cofrancesco nel capitolo dedicato ad Aron del volume Il pensiero politico europeo, 1945-1989, ha sottolineato che nella Teoria dei regimi politici egli attribuisce un ruolo centrale al partito politico, perché il partito ha un'importanza fondamentale nella scelta dei governanti; risulta così decisiva l'unicità o la pluralità dei partiti, infatti da questa alternativa «deriva la caratteristica dei regimi politici contemporanei» contrapposti in regimi pluralistíci e in regimi a partito monopolistico. Tutta la concezione pluralistica di Aron poggia su una definizione ampia della libertà ed è animata da una profonda avversione verso «le tirannie moderne».
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