venerdì 26 agosto 2016

GIOCHI D'AMORE di Alberto Caprotti



GIOCHI D'AMORE
Da Atlanta 1996 a Rio de Janeiro 2016
Vent'anni di storie,di Olimpiadi e di passioni

di Alberto Caprotti

Vent’anni, cinque Olimpiadi attraversate d’un fiato, e una all’orizzonte che promette altra passione. E storie di cuore, tante.

Storie di amore fisico, sentimentale, mentale. Oppure solo e semplicemente sportivo.
Perché quando c’è un’Olimpiade di mezzo, un podio, una medaglia, il cuore può essere altrove.

«Piango. Come prima, più di prima. Quando perdo. Non voglio sentirmi dire che nella vita c’è altro, non può essere.», ha confessato Valentina Vezzali.

L’amore ha le sue geografie: troppe per essere catalogate. Abbastanza per far vincere o perdere. Passione e fatica, sentimento e sport: impossibile separare lati dell’anima che alla fine non possono non incrociarsi.
Anche se Mike Fanelli, americano, che disputò la maratona ai Giochi di Seul nel 1988 con la bandiera delle Isole Samoa, un giorno disse: «Dividi una gara in tre parti: corri la prima con la testa, la seconda con la tua personalità, la terza col cuore.»
Io ho provato a iniziare dal cuore.

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