FARFALLA
di HANNA S.
- A volte una scopata è come un giro in barca a Montecristo. Ti immagini chissà che, visto che ne hai sentito tanto favoleggiare e hai aspettato a lungo l’autorizzazione a metterci piede. Un paradiso terrestre. La natura nel suo vigore. Ti sei attrezzata: scarponcini e borraccia. Biancheria di pizzo, invece, per lo sbarco in alcova. Appena comprati, perché l’occasione merita. Un appuntamento sognato. Alla tal ora del giorno tale io sarò lì. E mi accoglierai in tutto il tuo splendore. Ma se ti limiti a salire lungo il sentiero, vedi attorno a te solo rocce bianche e rosate, farfalle, cespugli, anfratti. Un corpo come tanti altri, un cazzo come tanti altri. Una fonte che non disseta fino in fondo. Devi, invece, arrivata in vetta, guardare il mare, e tornare alle leggende, alle avventure e alle passioni, ai tormenti e ai drammi che da più di un secolo sono il mistero e il fascino di quest’isola. Allora, ti sembrerà che persino le grida dei gabbiani còrsi siano, in realtà, il canto delle diomedee. In uno squarcio fra il pietrisco e i pini, sul mare trasparente la barca è diventata un modellino appoggiato su uno specchio. In lontananza, sagome di altre isole. L’eccitazione è anche un punto di vista, capace di cambiare il tuo orizzonte.
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