- Questa è la storia di Pajatosta, nato due volte, di un papà, di una mamma e di una sorella coraggiosi e del percorso che hanno dovuto affrontare per l’adozione e per ottenere poi una diagnosi e vincere i pregiudiziADHD: quando pronunciamo queste quattro lettere c'è sempre qualcuno che pensa ad una nuova moda del fitness o, addirittura, ad una malattia infettiva. In realtà, dietro questo acronimo ci sono storie complesse, diverse, cariche di dolore e sconfitte, ma anche d’amore e traguardi raggiunti.Pajatosta, o meglio Vlad, questo è il suo vero nome (Pajatosta è il suo nomignolo, scoprirete come mai leggendo il romanzo) è un bambino russo cresciuto in un orfanotrofio che nasce la seconda volta quando Paolo e Rosella lo adottano e lo portano a Roma, dove lo aspetta Lisa, figlia naturale dei due, e i nonni.Vlad, una volta iniziata la scuola, però, non riesce a stare fermo un attimo, si distrae di continuo e dimentica le cose più banali: i libri, lo zaino con le scarpe da basket, l’igiene personale. Questa è la storia di Pajatosta, nato due volte, di un papà, di una mamma e di una sorella coraggiosi e del percorso che hanno dovuto affrontare per l’adozione e per ottenere poi una diagnosi e vincere i pregiudizi. Con l'aiuto di una neuropsichiatra infantile, la dottoressa Bordoni, Vlad risalirà la china: gli verrà diagnosticato il disturbo dell’attenzione e iperattività: una sindrome spesso non riconosciuta e diagnosticata, che si nasconde dietro l'acronimo ADHD e di cui forse non si parla abbastanza, nelle famiglie e nelle scuole, nonostante le diagnosi si stiano in questi anni moltiplicando.Pajatosta ormai è un uomo e vuole raccontare la sua storia a tutti, perché sempre meno ragazzi si ritrovino smarriti, sempre meno insegnanti li trattino come piccoli ribelli, sempre meno persone li giudichino, li isolino, non li capiscano.
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