CHIAMAMI "DOLCE", COME DOLCE VITA
di Simona Caporilli
- Una redattrice. E una redazione normale. E Roma, quella della dolce vita rinnovata, del buon caffè e del buon saper vivere. Ma anche la Roma della malavita, quella della nera scintillante. Lei, protagonista del romanzo che strizza l'occhio a Sofie Kinsella e a Bridget Jones, la vita se la gioca: lavoro, amore e tanti aperitivi. Il mondo è rosa, ovattato e rassicurante, ovvio, ma le tinte fosche occhieggiano. Il capo è un tipo alla on the road, e i personaggi bizzarri non tardano a stringerla in un abbraccio. La nostra protagonista stenta a dare una risposta al perché di tanto affetto poiché, d'altronde, lei non è mica Mick Jagger! La Capitale fa da contorno e la vita, e grazie a un gustoso film e a un delizioso libro, assume davvero i connotati di un romanzo piacevole e incantato. L'amore è sempre travolgente, alla "cime tempestose". E la storia sentimentale non è mai ovvia. Peripezie tante, bugie mai. La vita in agenzia è dura, speriamo solo che le donne non diventino delle invidiose "genoveffe". Ma il Valeria Marini way of life si fa sentire. Guidoni è l'amore, la passione e il lavoro. E questa poco comprensione tra chi deve trascinare il velo della velina di turno e chi al contrario esce in bermuda senza lavarsi al mattino presto per prendere un caffè al bar mentre si fuma un sigaro fa sorridere davvero. Insomma, non bisogna affrontare la vita che in qualità di donne positive e razionali, ma questo è poco ma sicuro.
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