IL MARE DI PALIZZI
di Ada Murolo
- Dopo molti anni trascorsi altrove, Adela ritorna a Palizzi, sulla costa di quel mare Ionio che "non è mare nostro, spaventa", come scriveva Pasolini. Lì, in quel mucchio di case sul mare, Adela si ferma a guardare, ormai solo da lontano, la vecchia casa di famiglia, di recente venduta dalla madre Lili, e la terrazza affacciata sull'azzurro del cielo. E, di colpo, ridiventa Adelina: la bambina dagli occhi grandi e i capelli nerissimi che dal balcone osservava la vita svolgersi sotto, la piazza animarsi, e in lontananza il mare. La stessa bambina che, con la manina stretta dentro quella grossa e ruvida della tata, la Barbera, gironzolava per il paese, tra la bottega di spezie dello zio Paolo, il laboratorio magico della sarta Olimpia, dove nascevano tutti i suoi vestitini, e le case delle compagne, piene di giochi più misteriosi dei suoi. La bambina che, per il resto della sua vita, avrebbe inseguito l'amore sfuggente della madre, si sarebbe chiesta le ragioni della freddezza del fratello Daddo, un tempo compagno inseparabile, e avrebbe avuto un solo, dolcissimo rifugio: l'abbraccio del padre Beniamino. Oggi Adela è tornata in quei luoghi: per rimettere insieme i fili di una vita spesa lontano, e per chiedere a chi è rimasto - la madre, il fratello - di ricordare, anche loro, come lei. Perché cosa siamo noi se non la nostra memoria?
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