- È un tempo ben preciso quello che il titolo di questo romanzo indica: un anno del XX secolo. Il sottotitolo invece, "Terra incognita", oltre ad essere il nome di una canzone che i protagonisti, Achille ed Arturo, due diciassettenni dai lunghi capelli neri, ascoltano in continuazione da una musicassetta, rappresenta un tempo sconosciuto, incognito, tutto da esplorare. È una riflessione sul tempo infatti quella che accompagna i due ragazzi (partiti dal lago di Garda con la vaghissima idea di raggiungere Berlino per un concerto) attraverso l'Europa divisa dalla Cortina di ferro. Ritmata dai pezzi musicali della loro idolatrata cassetta di musica afro-funky, dalla puntuale descrizione dei più diversi tipi di cannabis che assumono di volta in volta e dagli stravaganti incontri con ambigui personaggi in sottofondo, l'avventura dei due amici sembra non seguire mai un piano preciso, se non appunto quello astratto di raggiungere una città che invece si allontana sempre di più, ad ogni occasione, portandoli fino alla lontanissima Mauritania, e che si rivela in realtà già dall'inizio essere solo un pretesto per condividere uno spazio temporale fatto di emozioni, desideri, segreti mai rivelati.
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