domenica 4 febbraio 2018

QUELLO CHE SAREMMO STATI Ruggero Dal Molin e Saverio Marijello


QUELLO CHE SAREMMO STATI

di Ruggero Dal Molin e Saverio Marijello


Quando gli effetti degli eventi umani si sono inevitabilmente sedimentati, normalmente dopo un secolo, una volta scomparse definitivamente tutte le testimonianze dirette di quelle vicende, sepolti per sempre gli odi e i rancori seguiti alla tragedia della guerra, acclarate da ambo le parti le ragioni del conflitto e ormai definiti i suoi contorni storico militari, giunge quasi naturalmente il momento di far rivivere quegli affetti e quei sentimenti allora travolti e che a torto si ritenevano sepolti per sempre sotto le rovine del tempo. Per questo motivo stiamo assistendo alla nascita di un nuovo filone di testimonianze, non di rado rilette anche sulla base di rigorosi valutazioni storico-militari, al quale il pubblico sembra prestare una crescente attenzione rispetto ai classici volumi “tecnici”. Si tratta invero di un esercizio estremamente delicato e difficile per gli autori, dove alla profonda conoscenza della Storia deve unirsi il comporsi di un minuto mosaico di vite vere o verosimili, che furono realmente vissute o spente anzitempo nella speranza di esserlo. E’ quella parte di Storia riletta “dal basso” che proprio perché profondamente umana ha finito col permeare inconsapevolmente ma inevitabilmente la nostra coscienza collettiva e oggi, svaniti per sempre gli echi della guerra, risorge prepotentemente nei cuori di tanti, portandoci il ricordo degli anni migliori, frutto del sacrificio di quanti spesero la loro giovane vita nel fondo delle trincee dallo Stelvio al mare

Questa è la difficile strada di consapevolezza storiografica ma soprattutto di riscoperta della Memoria che gli amici Ruggero Dal Molin e Saverio Mirijello hanno percorso con il loro ultimo libro, riuscendo a muoversi delicatamente sull’orlo degli affetti più intimi ripercorrendo a ritroso quel tragico passato che la madre volle risparmiare sino alla fine al proprio bambino il quale invece, divenuto uomo, saprà trovare la chiave del tragico mistero scaturito dal terribile campo di battaglia dell'Ortigara proprio nell’amore di un padre che mai conobbe. Come molte vicende umane travolte dalla Grande Guerra, affatto scontate e profondamente toccanti, è impossibile non riconoscere richiami a situazioni realmente accadute, in parte note ma più spesso oggi sconosciute ai più, narrate magistralmente su quel palcoscenico della vita reale dove pagina dopo pagina scorre davvero per ciascuno di noi il ricordo dei familiari allora perduti e delle loro stesse esistenze, piene di sogni e di speranze, "quello che saremmo stati", un piccolo e prezioso scrigno della memoria da conservare nelle nostre case.

Nessun commento:

Posta un commento