domenica 4 aprile 2021

THE TENNERSON ACADEMY Il segreto dei cacciatori

 

THE TENNERSON ACADEMY
Il segreto dei cacciatori

di Cecilia Claudi

Erin è sola nella notte a combattere contro un demone con l'unico ausilio lasciatole dalla madre. Un aiuto le arriva inaspettato: Nick, un cacciatore. Questo incontro le cambierà la vita, portandola a scoprire segreti e a svelare misteri.

Estratto::
La maggior parte della caccia consiste nell’attesa, ma è una delle cose che mi piace di più. Tutta l’adrenalina in circolo, ancora senza sfogo. Tutti i possibili sviluppi che ti sfrecciano davanti agli occhi, mentre cerchi di capire quale sia quello che si avvererà. Ci sono giorni in cui vivo per questi momenti.
Dopo quello che sembra un periodo eterno, lo vedo uscire dalla porta principale del palazzo dall'altra parte del vicolo. Anche lui è vestito di nero come me e ha un cappotto lungo che gli arriva a metà gambe e che oscilla ad ogni suo passo. Un cappello gli copre la testa ma riesco a notare che tiene lo sguardo basso, probabilmente nel tentativo di nascondere il proprio volto alla gente. Il tratto più riconoscibile di un demone.
La notte è scesa ormai da un pezzo e, visto che oggi è il primo giorno di luna nuova, l'unica luce che illumina la strada è quella di un lampione a pochi metri da me. La cosa non mi preoccupa molto però, perché grazie ai geni ereditati da mia madre riesco a vedere al buio meglio delle altre persone.
Mentre una macchina qualche metro più in là fa sentire il suo ruggito, il mostro avanza in direzione della strada principale. Il modo in cui cammina fa capire che ha qualcosa di ingombrante intorno alle braccia. Probabilmente le sue armi. Quando si avvicina abbastanza al mio nascondiglio, mi alzo e salto giù dal balcone, atterrando sui miei piedi in modo leggiadro.
<<Ce ne hai messo di tempo ad uscire. Stavo per andarmi a prendere un the.>> Sì, battuta stupida, lo so, ma non posso sempre trovarne di brillanti. Naturalmente lui non mi risponde e si limita a girarsi verso di me e a ringhiarmi contro. Nel movimento, però, il cappello a tesa larga gli cade dalla testa, rotolando sul marciapiede.
Ora ho una visuale migliore del suo aspetto e riconosco gli occhi iniettati di sangue tipici della sua specie. Il suo viso è sfregiato, ciò mi ricorda che non è come i vampiri di cui si narra in giro. Non guarisce per grazia divina, può essere ferito come tutti gli esseri umani, solo che non muore. O almeno, non per quel genere di ferite. Non ho mai capito bene i dettagli, sono un po' una schiappa in anatomia, quindi non ho neanche provato a comprendere. So come eliminarlo e questo è l'importante.
<<Uh, che alito. Ti sei lavato i denti dopo aver mangiato questa sera?>> Gli rivolgo una delle mie migliori facce disgustate e mi tappo il naso con una mano.
<<Non ho ancora cenato, ma posso sempre rimediare>> dice con voce roca lanciandosi contro di me. Scarto velocemente e mi tolgo dalla traiettoria. Questa volta mi è andata bene perché il mostro non pensava avessi riflessi così pronti. La sua mossa successiva sarà sicuramente più veloce e più mirata.
Questo però non mi trattiene dal punzecchiarlo: <<Siamo un po' lentini.>> Tiro fuori il coltello nascosto nello stivale e lo faccio roteare nella mia mano. Se sta per eseguire le sue mosse migliori, devo essere pronta.
<<Volevo solo metterti alla prova.>> Si sistema in posizione di attacco mostrando i guanti con le lame al posto delle dita, che usava con le sue vittime. Non so perché usi quegli aggeggi, ha due denti che funzionano altrettanto bene, per non parlare degli artigli. In più, i guanti sono fissati alle braccia grazie a delle cinghie strette che limitano un po' i movimenti, altrimenti fluidi, del mostro. Forse vuole solo rendere tutto più cinematografico. Quelli che vivono per tanto tempo, tendono a diventare un po' eccentrici.
Mi metto anch'io in posizione, in modo speculare rispetto a lui, e aspetto la sua prima mossa con il coltello in mano. Si allunga cercando di colpirmi di nuovo, ma io lo schivo e faccio un affondo, riuscendo a prenderlo al fianco.
La cosa purtroppo lo fa solo incazzare ancora di più e, dopo una serie di attacchi violenti che riesco a parare, mi manda con la schiena per terra. Nella caduta, riesce a colpirmi con una delle sue lame sulla gamba, procurandomi una ferita alla coscia. Sono tre strisce parallele, neanche fossi stata attaccata da Wolverine. La mia fortuna è che è solo superficiale, non mi limita i movimenti e non mi fa neanche troppo male.
Senza farmi demoralizzare, cerco di rialzarmi in piedi con un colpo di reni, prima che possa avere un'altra occasione per colpirmi. Il mio movimento, però, risulta stranamente troppo lento e lui mi colpisce in pieno petto con un cazzotto. Il gesto mi mozza il respiro e mi fa ricadere sulla schiena in modo tutt'altro che elegante.
Un secondo dopo, lui è sopra di me.
Mi mordo le labbra cercando di trattenere il gemito di dolore che vorrebbe uscire dalla mia bocca. Non voglio dargli la soddisfazione di fargli capire che è riuscito a farmi del male. Anche se per ora mi ha bloccato a terra, non vuol dire che mi abbia sconfitto.
<<Com'è che dicono gli umani?>> mi domanda, bloccandomi contro il terreno freddo, le sue lame pronte a ferirmi la pelle del collo. Non si aspetta una mia risposta, quindi tengo le labbra sigillate, cercando di studiare le varie possibilità di fuga. Mi passa l'altra mano artigliata sulla guancia procurandomi brividi tutt'altro che piacevoli lungo il corpo. <<Tutto fumo e niente arrosto?>> Non posso che essere d'accordo con lui. Che cavolo mi è successo? Non mi ero più fatta mettere con le spalle al muro da...beh, da tanto tempo. Dannazione, devo trovare un modo per uscire da questa situazione. Sto proprio cercando di capire in che guaio mi sono cacciata, quando la mia vista inizia ad offuscarsi.
<<Ma che diavolo...?>>
<<Stai tranquilla, finirà molto presto.>> È troppo vicino a me e la cosa mi sta facendo entrare in uno stato di panico. Non posso lasciarmi trasportare dalle emozioni o morirò nel giro di due secondi netti. Devo assolutamente riprendere il controllo. Più facile a dirsi che a farsi, visto che non è solo la vista il problema, ma anche gli altri sensi vacillano. È come se stessi cadendo in un sogno, ma non voglio, non devo caderci. Più lotto, però, più mi sembra di finirci. Non capisco come abbia fatto a meno che...una lampadina si accende nella mia testa.
<<Sonnifero>> dico con un filo di voce.
<<Vedo che ci sei arrivata. Non hai fatto bene i compiti a casa a quanto pare.>> Maledetto. Ora sono proprio fregata. Mi libero la mano con uno strattone e cerco di colpirlo agli occhi, ma il mio movimento è un po' troppo lento e non riesce ad andare a buon fine. Almeno però lo fa indietreggiare un pochino, dandomi uno spazio di manovra maggiore. Cerco di scivolare da sotto il peso del suo corpo, quando sento una voce dietro di me.
<<Perché non te la prendi con qualcuno di più grosso?>> E poi dico che le mie battute fanno schifo. Anche lui non scherza.
Vedo la sorpresa negli occhi dell'essere sopra di me, distratto dal nuovo arrivato, quindi decido di provare un'ultima mossa disperata. Lo afferro per le spalle e mettendo una gamba tra le sue lo rigiro, ribaltando la situazione e facendogli sbattere la schiena contro il terreno. Poi lo colpisco forte sulla tempia, stordendolo. Appena mi libero, mi alzo e vado velocemente, per quanto possibile, contro il muro più vicino, collassandoci contro. Cavolo, le mie forze stanno scemando sempre di più e devo sforzarmi veramente tanto per capire la scena che ho di fronte.
Davanti al demone, che si è finalmente rimesso in piedi, c'è un uomo, alto quasi quanto lui. Cosa assurda, visto che il mostro è alto circa due metri. Lo sta attaccando con una specie di ascia, ogni affondo è un movimento fluido e pulito. Sembra quasi stia danzando. Un po' un controsenso, vista la muscolatura del nuovo arrivato e il fatto che stia brandendo un’ascia. Sembra un cavolo di vichingo.

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