«Non ti stai perdendo niente, la vita vera non è adesso. La vita è dopo». Queste sono le parole che Bruno Guida si ripete tutti i giorni, come un mantra, mentre frequenta l’ultimo anno di liceo a Caserta e cerca di sottrarsi con ogni mezzo a un mondo che lo reclama. Odia senza requie il suo paese, Villa Literno; guarda con superbia alla provincia e ai cafoni che la abitano, ma anche ai vezzi e ai manierismi dei compagni di scuola arricchiti; soprattutto, non è disposto a seguire e assecondare gli sforzi ossessivi di suo padre, che da quando il fratello gemello, il mitico zio Piero, è scomparso senza lasciare traccia, si è convinto di avere di fronte un caso di «lupara bianca», una vittima della camorra, e si è spinto fino a istituire un’associazione per la legalità, a lui dedicata. Per Bruno il sarcasmo e l’isolamento sono l’unica arma di difesa possibile: mostrarsi presuntuoso, per evitare che altri presumano di poterlo ingabbiare e decidere della sua vita; sfidare tutto e tutti per mantenere vivo il sogno di essere «destinato a ben altro». E quando il mondo attorno a lui, a cominciare dalla sua famiglia, si sfalda, è forte la tentazione di vedere nella catastrofe una via di salvezza. Romanzo di formazione quasi classico, ambientato tra Caserta, il litorale Domizio e la Terra dei Fuochi, Presunzione racconta luoghi ben noti da una prospettiva nuova e tutta interna, incentrata su un ribelle senza ideologie precostituite, il cui unico, semplice desiderio, è di poter cominciare a vivere.
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