lunedì 30 novembre 2020

Lunedì d'Autore

 

SARA RATTARO

Nata a Genova il 19 giugno 1975

Si laurea in biologia nel 1999 e successivamente in scienze della comunicazione nel 2009. Il suo primo romanzo dal titolo Sulla sedia sbagliata viene pubblicato nel 2010 da Morellini editore. Nel 2012 Un uso qualunque di te viene pubblicato da Giunti e in poche settimane scala le classifiche dei libri più venduti. Il romanzo Non volare via ha vinto il Premio città di Rieti 2014.Niente è come te ha vinto il Premio Bancarella 2015. Nel 2015 è stata nominata ambasciatrice EXPO. Nel dicembre 2015 il suo primoeromanzo, Sulla sedia sbagliata, ha vinto il premio Speciale "Fortunato Seminara" al Rhegium Julii. A marzo 2016 viene pubblicato Splendi più che puoi, un romanzo sulla violenza di genere basato su una storia vera che il 16 luglio 2016 si aggiudica il Premio Rapallo Carige per la donna scrittrice.

Nel Marzo 2017 pubblica con l'editore Sperling e Kupfer L'amore addosso e con Mondadori a ottobre dello stesso anno esce il suo primo romanzo per ragazzi Il cacciatore di sogni, la storia di Albert Bruce Sabin vista con gli occhi di un adolescente. Nell'estate 2017 Splendi più che puoi riceve il premio Fenice Europa nella sezione "Claudia Malizia"





Opere

  • Sulla sedia sbagliata, Morellini Editore, Milano, 2010 
  • Un uso qualunque di te, Giunti Editore, Firenze, 2012 
  • Non volare via, Garzanti Editore, Milano, 2013 
  • Niente è come te, Garzanti Editore, Milano, 2014 
  • Splendi più che puoi, Garzanti Editore, Milano, 2016 
  • L'amore addosso, Sperling & Kupfer, Milano, 2017 
  • Il cacciatore di sogni, Mondadori, Milano, 2017 
  • Uomini che restano, Sperling & Kupfer, Milano, 2018 
  • Andiamo a vedere il giorno, Sperling & Kupfer, Milano, 2018 
  • Sentirai parlare di me, Mondadori Editore, Milano, 2019 
  • La giusta distanza, Sperling & Kupfer, Milano, 2020 

MIA MADRE E' UN FIUME

 

MIA MADRE E' UN FIUME
di Donatella Di Pietrantonio

- Una donna, ormai anziana, mostra i primi segni della malattia che le toglie i ricordi, l’identità, il senso stesso dell’esistenza. È tempo per la figlia di prendersi cura di lei e aiutarla a ricostruire la sua storia, la loro storia. Inizia così il racconto quotidiano di piccoli e grandi avvenimenti, a partire dalla nascita della mamma, Esperia, e delle sue cinque sorelle, nate da un reduce tornato comunista dalla Grande Guerra e da una contadina dritta ed elegante, malgrado le fatiche della campagna, degli animali e della casa. I fili delle loro esistenze si svolgono dagli anni Quaranta fino ai nostri giorni, in un Abruzzo “luminoso e aspro”, che affiora tra le pagine quasi fosse una terra mitologica e lontana. Giorno dopo giorno sfilano i personaggi della famiglia, gli abitanti del piccolo paesino ancora senza acqua né luce; personaggi talmente legati a una terra avara, da tollerare a malapena trasferimenti a breve distanza – la ricerca di un lavoro, l’occasione di poter frequentare una scuola “in città” – partenze che si trasformano in vere emigrazioni con il solo scopo del ritorno. Sono ricordi dolcissimi e crudeli, pieni di vita e di verità, che ricostruiscono la storia di un rapporto e di un’Italia apparentemente così lontana eppure ancora presente nella storia di ognuno di noi.

Il ragazzo che nuotava con i piranha

 

IL RAGAZZO 
CHE NUOTAVA 
CON I PIRANHA
di David Almond
Illustrazioni di Oliver Jeffers

- Come la prenderesti se all’improvviso tuo zio decidesse di trasformare la casa in una fabbrica di pesce in scatola piena zeppa di macchine rumorose e puzzolenti? Stanley ha cercato di adattarsi, perché adora gli zii che lo hanno cresciuto, ma un giorno la sua pazienza finisce e decide di abbandonare la vecchia vita e unirsi ai carrozzoni del luna park: più precisamente alla bancarella del pesca-la-papera. Lo aspetta un mondo di personaggi che si infiammano come scintille dell’autoscontro, ma dal cuore soffice come zucchero filato, magici come la luce lunare e leggendari come Pancho Pirelli, l’uomo che nuota nella vasca dei piranha. Sarà proprio lui a vedere in quel ragazzino pelle e ossa il suo successore: riuscirà Stan a… tuffarsi nel proprio destino?Dalla penna di David Almond, tra i più grandi scrittori per ragazzi di oggi,  un piccolo capolavoro di tenerezza e comicità sul coraggio di crescere e accettare di cambiare, per quanto bizzarro, pauroso, e a volte buffo, possa sembrare.

SEI BELLISSIMA COSI'

 

SEI BELLISSIMA COSI'
di Mirko Sbarra

"So che non ti fidi di chi giura amore eterno la notte di San Lorenzo sotto un cielo tappezzato di stelle cadenti, non credi alla cena del 14 febbraio e ai baci Perugina che sigillano un 'armistizio' dopo una lite, non credi ai fidanzati su Facebook che aggiornano continuamente il loro stato sentimentale. Non credi alle frasi fatte, non credi all'amore che profuma solo di mille parole incastonate all'interno di trame da film, ma so di certo che credi a quando ti guardo, a quello ci credi. Credi agli sguardi e soprattutto alla complicità che c'è tra chi, attraverso l'ascolto del silenzio, è consapevole di amarsi." Mirko Sbarra riunisce qui alcuni degli aforismi che l'hanno reso celebre sui social network e molti inediti. Con questa collezione di pensieri, a volte illuminazioni folgoranti e a volte riflessioni più distese, compone una sorta di Canzoniere moderno dedicato a tutte le donne, sua principale fonte di ispirazione insieme alla Natura. Donne bellissime anche quando non lo sanno, perché nessuno glielo dice, bellissime così come sono, nella loro unicità, quando non cercano di uniformarsi a un modello imperante. "Sei bellissima quando la sera, prima di andare a dormire, dai l'ultimo sguardo dalla finestra e cerchi nel cielo buio la luna per confidarle quel segreto che ti porti dentro. E così dai un'altra buonanotte alla vita. Sei bellissima quando ti specchi nella vetrina di un negozio e ti accorgi che stai crescendo, ma non sei cambiata. Sei bellissima e non lo sai quanto bene fai a chi ti sta intorno." Sbarra racconta l'eternità delle emozioni, l'importanza dei sogni e dei sentimenti, i bagliori dell'anima davanti all'amore: non è mai troppo tardi per credere all'amore, a patto di aver conservato dentro di sé la sincerità e lo stupore dei bambini di fronte all'infinito. "Puoi ingannare la ragione, ma il pensiero del cuore non riesci a controllarlo."

domenica 29 novembre 2020

DARK ITALY

 

DARK ITALY 
AA.VV.

- Arona, Astori Boselli, Cometto, Mana, Musolino, Marolla, Nerozzi, Vergnani: nove fra le migliori penne della letteratura horror italiana per la prima volta riunite insieme in un'antologia di racconti del terrore ambientati nel nostro paese! Sì perché l'Italia, terra spesso associata all'arte, all'eleganza e a una certa spensieratezza, nasconde (ma non troppo) spaventosi squarci di tenebra, le cui radici sono antiche e profonde. Il gotico europeo, progenitore dell'horror moderno, deve infatti i suoi natali proprio all'immaginario italiano dell'epoca: foschi castelli popolati da sinistri assassini che complottano nell'ombra, avvelenatori e inquisitori, sabba di streghe, spettri e diavoli... Ecco quindi Dark Italy, una spaventosa cavalcata notturna in nove moderni e agghiaccianti racconti del terrore, che esplorano il lato oscuro del paese del sole.

AMORE, FEDELTA', BUGIE E TRADIMENTO

 

AMORE, FEDELTA', 
BUGIE E TRADIMENTO
Come vivere bene le relazioni 
e sopravvivere a crisi e rotture
di Kate Figes

- La fedeltà ha lo stesso significato per tutti? Perché alcune persone tradiscono e altre no? Attraverso testimonianze narrate da chi ha tradito e da chi ha subito un tradimento, Kate Figes affronta le domande fondamentali sull'amore e sulla vita di coppia, esamina la monogamia e ciò che essa rappresenta, offrendo illuminanti soluzioni per gestire l'infedeltà sessuale e ritrovare la serenità. Superando tabù e censure, "Amore, fedeltà, bugie e tradimento" va dritto al punto e risponde a tutte le domande che non avremmo mai osato fare sulla fedeltà, gli inganni e come uscire indenni da un rapporto andato in frantumi.

STIRPE DI NAVIGATORI

 

STIRPE DI NAVIGATORI
di Marco Buticchi

- Oggi. Sara Terracini, impegnata in una lunga traversata a bordo del Williamsburg insieme al marito, l'inafferrabile Oswald Breil, riceve un singolare incarico: tradurre un antico diario rinvenuto in un monastero di Lisbona. A scrivere le proprie memorie è un grande navigatore italiano, dal cognome molto eloquente: Alessandro Terrasini. Lisbona, 1755. I viaggi tra Italia e Portogallo della Frelon, l'imbarcazione del capitano Terrasini, sembrano procedere con regolarità e con profitto, grazie all'accordo per il commercio delle stoffe stretto con padre Rafael de Alves. Ma un duplice, tragico evento cambierà per sempre il loro destino. Il grande terremoto di Lisbona rade al suolo la città, provocando morti e devastazione. E nel quadro di instabilità civile e politica che ne segue, qualcuno si muove nell'ombra per portare a compimento le proprie oscure trame. Alessandro, Rafael e la giovane contessina Elisa si troveranno al crocevia di uno scontro di potere ad altissimo livello, costretti a contrastare negrieri, criminali ed eminenze grigie per salvare la propria vita e la propria stirpe. Congo e Stati Uniti, anni Sessanta. Separati a causa di un attentato, i due fratelli congolesi Matunde e Kumi Terrasin sono costretti a lasciare la terra natia per sopravvivere. Matunde, provetto chitarrista e cantante, cambierà nome in Matt Under e raggiungerà la fama, ma la sua sfolgorante carriera di rockstar sarà interrotta dalla terribile guerra in Vietnam. Kumi trova momentaneo rifugio a Parigi e diventa uno dei protagonisti della stagione di proteste studentesche. Ma nessuno dei due può sfuggire a lungo agli inseguitori, da sempre sulle loro tracce, perché i due fratelli sono gli unici testimoni viventi di qualcosa di sconvolgente. Qualcosa che nessuno deve sapere. Oggi. Matt Under, fratello del neopresidente del Congo Kumi Terrasin, è stato rapito. E c'è soltanto un uomo che può salvarlo: Oswald Breil.

ENEA

 

ENEA
L'ultimo dei Troiani, 
il primo dei Romani
di Mario Lentano

- Il mito di Enea, protagonista dell'Eneide, è uno dei racconti che hanno fatto la storia della cultura europea negli ultimi duemila anni, influenzando in modo determinante l'immaginario collettivo e alimentando innumerevoli riscritture, rivisitazioni, interpretazioni iconografiche e teatrali, oltre a una sterminata messe di studi alla quale danno il loro contributo ricercatori di ogni parte del mondo. Mario Lentano, docente di Letteratura latina all'Università di Siena, affronta per la prima volta questa figura centrale del nostro panorama culturale in chiave biografica, raccontando la sua vita come quella di un personaggio storico: concepimento e nascita, infanzia e giovinezza, età matura, morte e apoteosi, se tale fu. Fonti letterarie, testi storiografici e raffigurazioni su marmo o su terracotta sono interrogati per ricostruire la parabola dell'eroe che i Romani consideravano come il proprio capostipite, il remoto antenato dei gemelli Romolo e Remo, e che per questo tramite è diventato uno dei padri dell'Occidente. Un'avvincente scrittura narrativa, il tono accattivante e l'eliminazione delle note, supplite da una generosa bibliografia finale, rendono questa vita di Enea un libro accessibile a chiunque ami il mito antico e sia curioso di conoscerne un protagonista di primo piano, lo stesso che ha incontrato, da ragazzo, sui banchi di scuola.

sabato 28 novembre 2020

NON CHIAMARMI DOLCEZZA

 


NON CHIAMARMI DOLCEZZA
di Rossella Gallotti

- Clare Thomas è un agente del B.A.U. davvero in gamba. Una donna forte, risoluta, sicura di sé e di ciò che vuole nella sua vita: niente complicazioni. Ama la sua routine, detesta i cambiamenti e le sorprese perché non le può controllare, adora la sua vita così com'è. Gli uomini? Un delizioso passatempo a cui dedicare attenzione, giusto per quella manciata di ore in cui ha voglia di rilassarsi e divertirsi. Nessuna relazione, nessuna preoccupazione. E soprattutto mai mischiare lavoro e piacere. I coinvolgimenti sono pericolosi. Su questa regola non transige. Dylan Parker è un detective della polizia di New York. Chiede l'intervento del B.A.U. per catturare un pirata della strada che miete vittime sulle strade di Manhattan di competenza del suo distretto. Dylan è incredibilmente bello e prestante, esattamente il tipo d'uomo che accende la curiosità di Clare. Per lei, però, il lavoro prima di tutto. Chiuso il caso, solo per una volta, si concederà qualche ora bollente con il bel detective. Non sarà così semplice rispettare questa sua regola perché l'attrazione che li coinvolge dal primo incontro è difficile da ignorare. Se Clare, lotta contro se stessa per rispettare la sua convinzione, Dylan la provoca, perché non ha alcuna intenzione di sprecare tempo. La vuole. Il prima possibile. E assolutamente non concepisce l'accontentarsi di poche ore condivise. Indagini, azioni sul campo, rivelazioni inaspettate, momenti bollenti di attrazione incontrollabile. È ciò che vivranno i due protagonisti in un braccio di ferro dove la risolutezza di Clare vacillerà e nuove emozioni mai provate prima, mineranno la tranquillità della sua routine. Chi vincerà il piccante braccio di ferro? Cosa succederà al termine delle indagini? Clare riuscirà a mantenere la sua vita lontano dalle complicazioni e ancorata alla sua routine? Spin-off di "Lo scrigno di Sam" il romanzo è conclusivo, ma contiene numerosi e importanti spoiler. Se ne suggerisce la lettura, esclusivamente dopo aver letto il romanzo principale. Il romanzo contiene alcune scene di sesso esplicito.

La felicità sulla porta di casa

 

La felicità sulla porta di casa
di Jason F. Wright

- È il 25 dicembre quando Hope Jensen riceve un dono inaspettato: sulla porta di casa trova un barattolo di vetro pieno di monete, avvolto in un grande fiocco rosso. Nessuna traccia del mittente, nessun biglietto. Il regalo, però, riesce a strapparle un sorriso, dopo tanto tempo. Questo, per lei, è un Natale particolarmente difficile, perché ha appena perso la donna che l'ha cresciuta come una figlia. Quando, grazie al suo talento di giornalista, Hope scopre di non essere l'unica persona ad aver ricevuto un «barattolo di Natale» da parte di un benefattore anonimo, non riesce a crederci. Si trova di fronte a una vera e propria gara di solidarietà, un'iniziativa ispirata da sentimenti di amore e gentilezza. Un piccolo gesto, capace di cambiare la vita di persone che attraversano un momento di sofferenza. Per questo, ognuno di loro decide di farlo proprio e di ricambiarlo. Hope deve scoprire dove tutto ha avuto inizio, perché trovare quel barattolo le ha aperto gli occhi sulla magia delle luci che addobbano la città. Ha fatto crescere dentro di lei un senso di speranza che credeva perduto. Ancora non riesce a immaginare dove la porterà quella ricerca, ma in fondo il desiderio più bello è quello che non abbiamo mai espresso. Il libro che ha dato vita al fenomeno dei barattoli di Natale, sempre più diffuso e apprezzato. Perché basta poco per fare del bene e rendere gli altri felici. E quell'amore tornerà indietro, custodito in un vaso di vetro o in altre mille forme. Ma sempre pronto a cambiarci la vita.

LA BANDA DEGLI INVISIBILI

 

LA BANDA DEGLI INVISIBILI
di Fabio Bartolomei

- A ottantasette anni si dovrebbe avere di meglio da fare che brigare per un amore irraggiungibile, impegnarsi in azioni di disturbo alle auto blu in corsia preferenziale e studiare un piano per rapire... Silvio Berlusconi. Ma Angelo è un ex partigiano che tendeva agguati ai convogli della Wehrmacht, che sopravvive con la pensione minima, che non riesce più a far valere i propri diritti nemmeno con un impiegato del comune e che lotta quotidianamente contro una società che fa di tutto per farlo sentire inutile. E così, proprio quando sarebbe lecito disinteressarsi del mondo e pensare solo a trascorrere serenamente gli ultimi anni di vita, Angelo decide di reagire e di ottenere dall'uomo più potente del Paese ciò che secondo lui gli spetta di diritto. Insieme ad alcuni amici del centro anziani metterà a punto un piano incruento e geniale, che però sembra non tenere conto di una questione fondamentale: come possono sperare dei vecchi malconci di riuscire a rapire uno degli uomini più scortati al mondo?

Il lungo inverno di Dan Kaspersen

 

Il lungo inverno di Dan Kaspersen
di Levi Henriksen

- È quasi Natale e la campagna norvegese è nella morsa del gelo. Il trentasettenne Dan Kaspersen, dopo due anni di carcere per contrabbando di stupefacenti, torna alla fattoria in cui è cresciuto, ormai disabitata: i genitori sono morti da anni e ad accoglierlo c'è la notizia dell'inspiegabile suicidio di Jakob, amato fratello minore tanto soddisfatto della sua monotona vita rurale quanto Dan è sempre stato incline a fughe che non lo hanno mai portato a capo di nulla. Travolto dal senso di colpa per non aver impedito la sua morte, Dan si ritrova per giunta l'unico sospettato di un pestaggio appena avvenuto in paese, quello del ricco e rispettabile Oscar Thrane, nonno del molto meno rispettabile Kristian che due anni prima aveva progettato l'operazione di contrabbando e poi se l'era cavata addossando tutte le responsabilità a Dan. In una situazione che aggiunge al dolore della perdita l'ostilità dell'ispettore Rasmussen da una parte e le prepotenze di Kristian dall'altra, la tentazione è di fare come sempre: andarsene. Ma a confondere i piani sarà la solida, bella e benigna Mona Steinmyra, che gli istillerà il coraggio di fare i conti con la sua vita e le sue radici. Con una trama che intreccia l'indagine poliziesca alla ricerca interiore, Levi Henriksen dà voce a incandescenze esistenziali sullo sfondo di potenti paesaggi innevati, accosta al tormentato scavo psicologico l'umoristica leggerezza di un personaggio campione di vitalità, il vecchio zio Rein, e mescola i versi di canzoni pop con i sereni ricordi del piccolo Dan nella comunità pentecostale, trovando un felice equilibrio tra crudezza e soavità per raccontare la fragilità e insieme la forza dell'umano.

La vasca del Führer

 

La vasca del Führer
di Serena Dandini

«È possibile per una donna rimanere "un genio libero" e "uno spirito dell'aria" senza pagare nessuna conseguenza?». Un'istantanea in bianco e nero coglie una donna dalla bellezza struggente immersa in una vasca da bagno del tutto ordinaria. Guardando bene, però, in basso ci sono degli anfibi sporchi di fango, e in un angolo, sulla sinistra, un piccolo quadro. Il viso nella cornice è quello di Adolf Hitler, il fango è quello di Dachau; lei, la donna, è Lee Miller: ha da poco scattato le prime immagini del campo di concentramento liberato, e ora si sta lavando nella vasca del Führer. Prendendo spunto da una fotografia che ha scoperto per caso, Serena Dandini si mette sulle tracce di Lee Miller Penrose, una delle personalità più straordinarie del Novecento. La cerca nei suoi luoghi, «dialoga» con lei, ripercorre la sua esistenza formidabile - che ha anticipato ogni conquista femminile - in un avvincente romanzo, una storia vera, tra i fasti e le tragedie del secolo scorso.

venerdì 27 novembre 2020

IL TEATRO DEI SOGNI

IL TEATRO DEI SOGNI
di Andrea De Carlo

- La mattina del primo gennaio Veronica Del Muciaro, inviata di un programma televisivo di grandi ascolti, sta per morire soffocata da una brioche in un caffè storico di Suverso, prospera cittadina del nord. La salva uno strano e affascinante archeologo, il marchese Guiscardo Guidarini, che le rivela di aver riportato alla luce un sito importante. L'inviata scopre di cosa si tratta e lo rende pubblico in diretta tv, scatenando una furiosa competizione tra comuni, partiti rivali, giornalisti e autorità scientifiche.
Con Il teatro dei sogni Andrea De Carlo applica le sue capacità di osservazione sociale e di indagine psicologica a un romanzo fortemente contemporaneo, polemico ed esilarante, che scava nelle ragioni dei quattro protagonisti e ne fa emergere verità, segreti, ambizioni, paure e sogni sopiti.
 

NEOITALIANI Un manifesto

 

NEOITALIANI
Un manifesto
di Beppe Severgnini

- Chi sono i neoitaliani? Siamo tutti noi, che abbiamo attraversato la stranissima primavera del 2020 e ora affrontiamo un futuro incerto. "Ci vorrà tempo per capire come la pandemia, lo spavento e le difficoltà abbiano cambiato il nostro carattere. Ma un cambiamento è avvenuto." Beppe Severgnini, che ha dedicato la carriera alla meticolosa osservazione dei connazionali, non ha dubbi: "Dalla bufera siamo usciti diversi. Peggiori o migliori? Direi: non siamo andati indietro. A modo nostro, siamo andati avanti. Siamo stati costretti a trovare dentro di noi - nelle nostre città, nelle nostre famiglie, nelle nostre teste, nel nostro cuore - risorse che non sapevamo di possedere". Quindici anni dopo "La testa degli italiani" - il libro che ha spiegato agli stranieri il nostro carattere nazionale - l'autore ha deciso di raccontare i cambiamenti avvenuti e anticipare quelli che verranno. "Neoitaliani" ruota intorno a una sorta di manifesto: 50 motivi per essere italiani. Un modo insolito per spiegare chi siamo, e capire chi potremmo essere. Scrive Severgnini: "Il virus ci ha messo con le spalle al muro. La posizione in cui noi italiani diamo tradizionalmente il meglio". E aggiunge: "Abbiamo dimostrato di saper essere disciplinati, ma ci scoccia ammetterlo. Temiamo di rovinarci la reputazione". Il suo racconto vi convincerà che i neoitaliani sono pronti a fare cose nuove. Non sappiamo quali e non sappiamo quante e non sappiamo quando. Sappiamo, però, che dipenderà da noi. Noi siamo italiani. Non sottovalutateci mai.

giovedì 26 novembre 2020

GETTAMI AI LUPI

 

GETTAMI AI LUPI
di Patrick McGuinnes

- Quando nei pressi del Tamigi viene ritrovato il corpo senza vita della giovane Zalie, il suo vicino di casa, Michael Wolphram, ex professore di lettere di un prestigioso college maschile, è il candidato ideale al ruolo di mostro: abiti impeccabili ed eloquio raffinato, solitario ed eccentrico, viene subito preso di mira dai media e dato in pasto alle folle dell'Inghilterra in piena Brexit, dove cultura ed eleganza sono viste con sospetto. Sul caso indagano due poliziotti locali, Gary e Alexander. Sono diversi in tutto: temperamento, stile, età, classe sociale. Nelle indagini Gary non si fa scrupolo di svelare le sue teorie e con i sospettati preferisce i modi spicci e brutali. Alexander, detto il Prof, è taciturno e -riflessivo, perennemente immerso nei ricordi di un'adolescenza trascorsa dietro le mura del college. Erano gli anni Ottanta, e sotto una patina di spensierato edonismo si nascondevano abissi di violenza e perversione. Alexander ricorda uomini pronti a sfogare sugli alunni le proprie frustrazioni, ricorda una società chiusa fondata sui soprusi, ricorda Wolphram dietro la cattedra, la sua autorevolezza inflessibile ma giusta. E ora eccolo lì, dall'altra parte del tavolo, sotto le luci spietate della stanza degli interrogatori, in balia di un sistema di informazione che privilegia lo scandalo facile rispetto alla ricerca della verità.

IL GHETTO INTERIORE

 

IL GHETTO INTERIORE
di Santiago H. Amigorena

- È il 1928 quando l'ebreo polacco Vicente Rosenberg lascia l'Europa per l'Argentina «come si partiva allora, pensando che avrebbe fatto fortuna all'estero e sarebbe tornato, che sarebbe tornato e avrebbe rivisto sua madre, sua sorella, suo fratello». A Buenos Aires Vicente si sposa con Rosita, figlia di esuli ebrei russi, diventa padre di tre figli, apre un negozio di mobili e vive in una deliberata e insieme inconsapevole noncuranza di ciò che si è lasciato alle spalle. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, quando la Germania invade la Polonia, Vicente inizia a ricevere una serie di lettere dal ghetto di Varsavia, in cui sua madre lo informa in poche righe delle tragiche condizioni di fame, malattia e disperazione in cui versano i reclusi e della vana lotta che suo fratello, medico, conduce ogni giorno per alleviare le loro sofferenze. La reazione di Vicente alle lettere della madre e alle scarse notizie che fornisce la stampa è dapprima la negazione - si rifiuta di leggere i giornali, di parlare con gli amici della Polonia, del ghetto, della guerra -, e poi, a poco a poco, l'isolamento in un silenzio che lo aliena da qualunque rapporto affettivo o sociale. Ogni notte è perseguitato da un sogno kafkiano in cui un muro si chiude lentamente attorno al suo corpo e vano è ogni tentativo di frantumarlo: il muro è la sua stessa pelle. Il ghetto interiore è il racconto di una dolorosa assunzione di identità e, insieme, di un senso di colpa che finirà per isolare Vicente dal mondo in cui pensava di aver trovato il proprio posto.

L'ULTIMA CACCIA

 

L'ULTIMA CACCIA
di Jean-Christophe Grangé

- Nel cuore della Foresta Nera il buio non ha confini. È un buio che non lascia scampo e non perdona i passi falsi come quelli commessi dal giovane Jürgen von Geyersber, rampollo di una nobile dinastia. Quando il suo corpo viene rinvenuto mutilato, è subito chiaro che si tratta di un efferato omicidio di cui può occuparsi solo il detective Pierre Niémans. È l'uomo perfetto per risolvere casi spinosi che richiedono sangue freddo e riservatezza. Perché è importante che non trapeli alcun dettaglio e si impedisca alla stampa di ricamare sopra le vicende di una famiglia tanto rispettabile. Con l'aiuto dell'allieva Ivana Bogdanovic e del comandante Kleiner, capo delle forze dell'ordine tedesche, Niémans si mette sulle tracce degli assassini, individuando, grazie a un intuito infallibile, una pista: è quella della pirsch, un misterioso rituale venatorio che sembra risalire ai cacciatori neri, un gruppo di criminali senza scrupoli assoldati da Himmler durante la seconda guerra mondiale per eliminare ebrei. Ma più il tempo passa, più questa pista, all'inizio tanto promettente, si dirama in sentieri che sviano la polizia rischiando di far naufragare le indagini. Per arrivare alla verità a Niémans e ai suoi non resta che stare al gioco e trasformarsi in predatori prima che siano loro a diventare le prede.

MELANCOLIA DELLA RESISTENZA

 

MELANCOLIA DELLA RESISTENZA
di László Krasznahorkai    

L'arrivo in piena notte di un circo che esibisce il corpo di una gigantesca balena diffonde un'ondata di gelo e di timori tra gli abitanti di una cittadina ungherese scossa da una catena di funesti accadimenti. Una schiera di misteriose figure sta per mettere a ferro e fuoco la città terrorizzata che rischia di sottomettersi a un grottesco Movimento per la Pulizia e l'Ordine. Su questo scenario si staglia una galleria di personaggi indimenticabili: la crudele signora Eszter, che architetta la sua avida scalata al potere e Valuska, eroe sfortunato con la testa fra le nuvole, la sola anima pura che si aggiri tra queste pagine. A questa situazione di catastrofe incombente László Krasznahorkai contrappone una macchina narrativa di stupefacente bellezza e profondità, una rappresentazione dell'apocalisse fondata sulla sproporzione e sull'allegoria, una scrittura infallibile che trascina il lettore in un vortice ammaliante. "Melancolia della resistenza" - da cui Béla Tarr ha tratto il film cult "Le armonie di Werckmeister", su sceneggiatura dello stesso Krasznahorkai - ha raccolto gli elogi di Imre Kertész, W.G. Sebald e Susan Sontag che ha definito il romanzo "un'anatomia della desolazione nella sua forma più spaventosa e un commovente manuale per resistere a quella desolazione".

IL FIGLIO DI PERSEFONE

 

IL FIGLIO DI PERSEFONE
di Maurizio Cotrona

- Il figlio di Persefone è la storia di due fratelli determinati a far chiudere l’Ilva di Taranto. In un’ambientazione mutevole – che tocca le coste ioniche, popolate dai miti della civiltà magno-greca, l’area industriale e i paesaggi metropolitani – si svolge l’iniziazione all’amore e all’odio di Giulio e Alessandro. Nelle loro fantasie infantili identificano lo stabilimento siderurgico con Ade, il signore degli inferi tornato sulla terra, le cui propaggini abbracciano, asfissiandola, la città che lo aveva accolto speranzosa. È lui il mostro che ha rapito la madre, dolce e dolente come una moderna Persefone, e fatto nascere Giulio con una menomazione al braccio. Ma ha anche dato ad Alessandro un talento che potrebbe trasformarlo nel suo più pericoloso nemico, l’unico in grado di distruggerlo. Queste fantasie crescono con i fratelli, seguendoli nell’età adulta, fino alla resa dei conti. Un romanzo dallo stile lieve ma affilato, nel quale l’autore trasfigura la nostra società attraverso un’immaginazione che si nutre di miti millenari per parlare di speranze e inquietudini contemporanee.

mercoledì 25 novembre 2020

CASA DI FOGLIE

 

CASA DI FOGLIE
di Mark Z. Danielewski

- Quando la prima edizione di "Casa di foglie" iniziò a circolare negli Stati Uniti, affiorando a poco a poco su Internet, nessuno avrebbe potuto immaginare il seguito di appassionati che avrebbe raccolto. All'inizio tra i più giovani - musicisti, tatuatori, programmatori, ecologisti, drogati di adrenalina -, poi presso un pubblico sempre più ampio. Finché Stephen King, in una conversazione pubblicata sul «New York Times Magazine», non indicò "Casa di foglie" come il Moby Dick del genere horror. Un horror letterario che si tramuta in un attacco al concetto stesso di «narrazione». Qualcun altro l'ha definita una storia d'amore scritta da un semiologo, un mosaico narrativo in bilico tra la suspense e un onirico viaggio nel subconscio. O ancora: una bizzarra invenzione à la Pynchon, pervasa dall'ossessione linguistica di Nabokov e mutevole come un borgesiano labirinto dell'irrealtà. Impossibile inquadrare in una formula l'inquietante debutto di Mark Z. Danielewski, o anche solo provare a ricostruirne la trama, punteggiata di citazioni, digressioni erudite, immagini e appendici. La storia ruota intorno a un misterioso manoscritto rinvenuto in un baule dopo la morte del suo estensore, l'anziano Zampanò, e consiste nell'esplorazione di un film di culto girato nella casa stregata di Ash Tree Lane in cui viveva la famiglia del regista, Will Navidson, premio Pulitzer per la fotografia, che finirà per svelare un abisso senza fine, spalancato su una tenebra senziente e ferina, capace di inghiottire chiunque osi disturbarla.

LA GIOIA FA PARECCHIO RUMORE


LA GIOIA FA PARECCHIO RUMORE
di Sandro Bonvissuto

"La gioia fa parecchio rumore" è un romanzo tempestoso che ubbidisce a una sola regola: dire la vita con tutta l'energia che ci si ritrova addosso. C'è un io e c'è un noi: anzi, un 'noantri'. E c'è un bambino che impara a vivere dalle persone che gli stanno intorno: «gente che non si tiene niente nel cuore», allegra, chiassosa, abituata ad amare anche nei momenti più bui, e ad amare senza misura. Bonvissuto canta la Roma, ma canta soprattutto un amore assoluto, fulminante, che si accende nell'animo per trasformarlo. Mescolando alto e basso a ogni riga, divagazioni e scene formidabili, il nuovo libro di Bonvissuto parte come un trattatello filosofico sull'amore per diventare a poco a poco un romanzo corale di grande forza. A differenza di molte passioni, quella calcistica dura una vita intera e arde sempre, nel bene e soprattutto nel male: «Forse il calcio è l'unica cosa al mondo che è più bella quando la fanno gli altri, quelli con quella maglia però. Che comunque ce l'hanno solo in prestito, perché la maglia della Roma è la mia. Potrebbero anche averla rubata. E l'amore forse è questo: correre appresso a un ladro che ci ha rubato qualcosa». Attorno a questa fiamma si condensa un microcosmo di padri, nonni, zii, fratelli di fede giallorossa, una comunità vera e propria, allegra, sterminata, capace d'iniziarti alla vita. La condivisione delle sconfitte, il divano da cui tutta la famiglia «guarda» la radio, l'epica costruzione della bandiera da portare allo stadio insieme ai panini con la frittata, le trasferte su quel pulmino lentissimo che profuma di mandarini, e le partite, certo, viste con occhi bambini ancora allergici a date, nomi, tecnicismi, ma capaci di vedere pure l'invisibile. Poi c'è Barabba, che vive in una roulotte lungo la ferrovia: spetterà a lui svelare al bambino la quantità di universi concentrati in una sola maglia di calcio. La numero cinque. La indossa un brasiliano atipico, un centrocampista che arriva in punta di piedi e realizza il sogno proibito di tutti i tifosi, l'innominabile parola che inizia con la s...

Le ragazzine stanno perdendo il controllo

 

LE RAGAZZINE 
STANNO PERDENDO 
IL CONTROLLO
- LA SOCIETA' LE TEME-
- LA FINE E' AZZURRA -
di RATIGHER

Due amiche: Castracani, ragazza sfrontata e strafottente, e Motta, più timida. Entrambe con la mania di sottoporsi ad esami clinici inutili. "Le analisi erano atti d'indipendenza ed esplorazione", dirà Motta ormai adulta in un flashforward (sì, perché Ratigher, visto che si trovava, in quest'opera gioca col tempo, ma anche con i colori, con la percezione e con i luoghi comuni).



Entrambe le ragazzine si scherano contro la società della "middle-class", rappresentate da genitori ingombranti e borghesi. Ma la loro lotta, come spesso succede all'età delle scuole medie, non è focalizzata, non è assolutamente di classe o realmente politica. Lottano per definirsi, queste ragazzine. Con i mille prelievi e indagini radiologiche, vogliono radiografare quello che hanno dentro, far emergere il loro disagio ed esprimere le loro identità.
Capita però che la vita da un gioco si trasformi rapidamente in qualcosa di serio. Così si passa alla seconda parte ("La società le teme"), dove a Castracani succede qualcosa per davvero e Motta vien costretta ad omologarsi. Niente più giri in incognito negli ospedali, niente più coalizione contro il mondo esterno. Dai tanti colori delle pagine precedenti (soprattutto rosso, ma anche giallo, nero, rosa, azzurro) tutto diviene verde, colore teoricamente di speranza ma che qui copre tutto, onnipresente, come una cappa; è così che si arriva all'ultimo tratto del percorso ("La fine è azzurra"), dove tutto diventa azzurro e il destino scopre le sue assurde carte (il colpo di scena finale non ve lo sveliamo, come il geniale epilogo dell'ultimissima tavola).


La felicità del pollaio

 

La felicità del pollaio
di Monica Pais

- C'era una volta un vecchio agrumeto abbandonato. I rari mandarini pendevano dai rami contorti degli alberi come tristi decorazioni natalizie, aggrovigliati nell'asparagina e nel trifoglio selvatico. Poco più in là si ergeva un eucalipto solitario e le sue fronde sfioravano l'acqua di una pozza stagnante. Tutti dicevano che non c'era niente da fare: bisognava abbattere, per ripartire da zero. Finché, un bel giorno, qualcuno guardò quel luogo desolato con occhi diversi, e fu l'inizio di una grande avventura. Vi siete mai chiesti quale sia l'elisir della felicità? Monica Pais l'ha trovato nel pollaio che ha installato tra i filari storti del suo agrumeto anarchico. Sorge accanto a un laghetto a forma di fagiolo, sotto un grande eucalipto, tra vecchi mandarini e qualche ulivo scampato alle motoseghe. Questa storia comincia, come sempre, con l'arrivo di un «ospite speciale» alla Clinica Duemari, e prosegue con un'esuberante colonia di anatre che convive felicemente con tre galli e un drappello di galline salvate da una brutta fine al termine della loro carriera in un allevamento intensivo. Di tanto in tanto a loro si unisce anche Lady Patata, la maialina coraggiosa e riluttante al fango più simpatica che ci sia. E poi, un giorno, dal cielo plana un gabbiano reale: non ha buone intenzioni, ma la vita è imprevedibile e non si sa mai quel che può davvero succedere. Questa è l'incredibile storia di un gruppo di animali destinato dall'uomo all'infelicità. E di una veterinaria che ha ribaltato tutti i pronostici. Parte dei proventi di questo libro finanzieranno i progetti e le attività di Effetto Palla.

VORREI DUE ALI

 

VORREI DUE ALI

di Sandy Stark-McGinnis

- December lo sa: dalla cicatrice che ha in mezzo alle scapole un giorno spunteranno due ali, e allora lei potrà spiccare il volo e viaggiare lieve nel cielo come una rondine o una poiana codarossa. Perché lei non è una ragazzina, ma un uccello. E il momento in cui potrà liberarsi e volare via dalle case dei genitori affidatari, tutti diversi e tutti pronti a defilarsi prima o poi, deve per forza essere vicino. È per non arrivare impreparata a quel momento che December si nutre per lo più di semi e si esercita nel decollo tuffandosi follemente giù dagli alberi. E se nel mondo esistesse una mamma capace finalmente di insegnarle che vale la pena di rimanere con i piedi per terra, e che libertà è anche restare e mettere radici? Riuscirebbe quella mamma a far sentire December sicura come in un nido, e a toglierle la voglia di volare via? Una protagonista unica nella sua delicatezza e insieme nel suo coraggio ci mostra che la fiducia negli altri si può imparare, e che alcune cicatrici aiutano a ricordarci chi siamo. Uno. Tutti gli animali hanno bisogno di un posto che possano chiamare "casa". Due. Tutti gli animali hanno bisogno di genitori, se non altro per venire al mondo. Tre. Tutti gli animali hanno bisogno gli uni degli altri, anche se non ce ne rendiamo conto. 

martedì 24 novembre 2020

Hans,Greta e la strega del marzapane

 

Hans, Greta 

e la strega del marzapane

Passeggiando tra le favole... VOLUME DUE
di Adele Ross

- Passeggiando tra le favole... è la nuova serie di Adele Ross, romanzi che ripropongono le fiabe classiche in chiave moderna e contemporanea liberamente interpretate dell'autrice.
Hans, Greta e la strega del marzapane, secondo volume della serie, è una rivisitazione della favola classica di Hänsel e Gretel da cui l'autrice ha preso ispirazione traendone però un'interpretazione del tutto personale in chiave horror.

- Johannes, Hans per tutti, ha lasciato la Germania per studiare a New York e, dopo la laurea, si è creato una vita nella Grande Mela, deludendo l'anziano padre che ha sempre coltivato la speranza di vederlo tornare per occuparsi della pasticceria Becker, attività di famiglia. Hans a New York ha la sua vita ma improvvisamente sua sorella Greta gli chiede di tornare perché il padre versa in gravi condizioni di salute. Hans, un po' per senso del dovere, un po' per senso di colpa, torna a Seufzensuss, la minuscola cittadina ai margini della foresta Seufzenwald, non lontano da Monaco di Baveria, dove è nato e cresciuto. Dopo anni di assenza, però, trova una situazione molto differente da quella che ricordava. La pasticceria versa in condizioni difficili anche a causa di decisioni prese dal padre Wilhelm che hanno contribuito a peggiorare la situazione finanziaria ed economica. L'uomo è ostinato e non vuole affidare la pasticceria a Greta, nella quale, professionalmente, non ripone alcuna fiducia insistendo perché sia Hans a occuparsi del negozio con lo scopo di rimetterlo in sesto.
Quella, però, non è l'unica sorpresa che Hans trova tornando da New York. Inaspettatamente ritrova Katharina, amica d'infanzia di Greta, della quale ha un ricordo tanto lontano e sbiadito dal tempo da ritrovarsi stupito nel vedere che la ragazza si è trasformata, da piccola bimba dispettosa a giovane donna affascinante e sensuale. E, come se non bastasse, Katharina non solo è stata assunta da Wilhelm perché rimasta sola e piena di debiti dopo la morte del padre, ma si è installata in casa Becker come una sorta di figlia in affido... Katharina, per fortuna però, è una pasticcera abile e fantasiosa e i suoi dolci di marzapane, di cui conserva gelosamente la segretissima ricetta, diventano presto un valido aiuto per risollevare le sorti del negozio. Anche se le cose sembrano volgere al meglio, però, tra le pareti della pasticceria e di casa Becker qualcosa di sinistro e ambiguo aleggia inquietante. Cosa nascondono realmente i paradisiaci dolci della giovane e sensuale pasticcera che sembra stregare Hans anche solo con il suo sorriso? cosa c'è dietro l'insensata gelosia di Greta per Hans e Katharina? quali raccapriccianti segreti sono sepolti nella foresta di Seufzensuss? e quali altri misteri si celano dietro le porte della sperduta casetta al centro della Seufzenwald? ma, soprattutto, le cose sono davvero come appaiono?

LA FORZA DI ESSERE MIGLIORI

 

LA FORZA DI ESSERE MIGLIORI
di Vito Mancuso

- Viviamo secondo un modello di sviluppo che adora gli oggetti, non la lettura, la cultura, la partecipazione sociale e politica. Consumiamo, inquiniamo, ma così devastiamo noi stessi e il nostro pianeta. Essere migliori è diventato quindi un'urgenza, e il lavoro etico e spirituale una necessità non rimandabile. Ma come far nascere, in noi, il desiderio di praticare il bene? Dove trovare una motivazione che sappia liberarci dalle catene dell'effimero/della società, una forza motrice che dia impulso al nostro costante bisogno di guarigione e al nostro infinito desiderio di bellezza? Riscoprendo le nostre radici che affondano nella cultura classica e nella tradizione cristiana Vito Mancuso ci accompagna in viaggio lungo il sentiero delle quattro virtù cardinali, e offre una nuova prospettiva di senso per le nostre vite in balìa dei tumultuosi venti dell'esistenza. Perché solo colui che non cerca più di vincere e di prevalere, ma recupera il senso profondo dell'essere forte, saggio e temperante, può infine essere giusto, e fiorire in armonia con il mondo.

SCACCO IN QUATTRO MOSSE

 

SCACCO IN QUATTRO MOSSE
di Stefano Mecca

- Un giornalista intrappolato nella rete di menzogne che lui stesso ha contribuito a creare. Un uomo che si ritrova un vicino di casa omonimo, minacciato da strani individui. Un pubblicitario che perde la testa per la donna che sposa, la quale ben presto inizia a manifestare inquietanti sdoppiamenti di personalità. Un figlio al capezzale del padre, ricco magnate e genitore assente, che fa un doloroso bilancio del loro rapporto.
Quattro uomini che vorrebbero avere il controllo delle proprie vite, cercando di essere più forti e più scaltri del mondo che li avvolge. Quattro storie nebulose legate da un filo conduttore fatto di inganni, illusioni e misteri.

IL VENTO DI SAN FRANCISCO

 

IL VENTO DI SAN FRANCISCO
di Howard Fast

- Danny Lavette è solo un ragazzo quando perde i genitori nel terremoto di San Francisco del 1906. Non ha più una casa, non ha più una famiglia, non gli resta che il peschereccio di suo padre e qualche amico. Ed è da lì che tutto ricomincia. Ha fegato da vendere, Danny, è un bravo ragazzo ed è affamato di successo: il suo sogno è quello di arrivare in alto, a Nob Hill, dove vive chi dorme il sonno dei milionari. Non è solo amore quello che lo porta a sposare Jean Seldon, la donna più bella della città, figlia del più importante banchiere della California. E non è solo per fiuto negli affari che scommette in un continuo gioco al rialzo prima sui pescherecci, poi sulle navi da crociera, infine sui primi aeroplani che solcheranno i cieli degli Stati Uniti. Inseguendo un sogno di libertà che le sue umili origini non gli hanno mai concesso, diventerà uno degli uomini più importanti del paese. Ma il successo non basta. Ammirato da donne bellissime, circondato da arredi raffinati e dipendenti devoti, resterà sempre l'orfano affamato di quel giorno terribile del 1906, un ragazzo di origini italiane generoso e bisognoso di amore. Solo una donna riuscirà a fare breccia nel suo cuore, May Ling, una giovane ragazza cinese con cui intreccerà una relazione tenerissima.

Il mio nome è Venus Black

 

Il mio nome è Venus Black
di Heather Lloyd

- Everett, Stato di Washington, 1980. Venus Black è una brillante ragazzina di tredici anni che vuole diventare la prima donna americana ad andare nello spazio. Ha ottimi voti a scuola, capelli ricci e nerissimi e due grandi amori: l'astronomia e il suo fratellino autistico Leo. Una fredda sera di febbraio, la vita di Venus però viene sconvolta: la ragazza si macchia di un crimine gravissimo che segna per sempre il suo destino e quello della sua famiglia. Venus, in attesa di processo, viene rinchiusa in un carcere minorile, ma rifiuta di difendersi, di spiegare; si limita a gridare tutta la sua rabbia contro sua madre Inez. Nel frattempo, Leo sparisce nel nulla e Venus crede sia colpa sua, ma dalla prigione non può far niente per cercarlo. Sei anni dopo, la ragazza esce dal riformatorio di Echo Glen: l'adolescenza è ormai perduta, le restano soltanto i suoi inconfondibili capelli ricci, una valigia di vecchi vestiti, un'identità falsa e la determinazione di scappare dal suo passato. Senza più alcun contatto con la madre, né notizie del fratello, decide di ricominciare da zero a Seattle, sempre tenendosi ai margini, diffidente e solitaria. Tuttavia nuovi incontri sfiorano l'orbita di Venus, un'amicizia, e forse perfino un amore. Ma riaffiorano anche le antiche ferite, che, nonostante la forte volontà della ragazza di dimenticarle, rimangono ancora aperte. Venus non potrà mai trovare un futuro finché non farà i conti con il suo passato, con se stessa e con la verità che più la tormenta: che cosa ne è stato di Leo?

lunedì 23 novembre 2020

T.A.Z. LA ZONA AUTONOMA TEMPORANEA

 

T.A.Z. 

LA ZONA AUTONOMA TEMPORANEA
di Hakim Bey

- La nuova edizione del libro cult dell’underground mondiale. Una serie di saggi che hanno definito e definiscono ancora oggi le pratiche libertarie e liberate di soggetti e movimenti. Dalle comunità dei pirati di Capitano Mission al nomadismo psichico, dalla poesia al sufismo, dall’anarchia alla filosofia radicale. La vita vissuta, la presenza reale, l’avventura, il rischio, l’amore: la felicità rivoluzionaria si può raggiungere anche a partire dalla quotidianità, costruendo e inventando Zone Autonome Temporanee. Un libro – ma soprattutto un’attitudine – che ha ispirato scrittori e artisti di ogni campo e immaginazione umane, festival selvaggi e illegali nei boschi o organizzati come Burning Man, nuove comuni e altre forme abitative alternative, militanti creativi di tutto il mondo dall’inizio degli anni Novanta fino alle recenti rivolte americane. Un po’ manifesto, un po’ poesia, T.A.Z è uno straordinario inno alla poetica della liberazione.

OMAGGIO ALLA CATALOGNA

 

OMAGGIO ALLA CATALOGNA
di George Orwell

- Ma chi combatteva contro chi e ci stava vincendo, era molto difficile da scoprire. Giunto a Barcellona nel dicembre 1936 "con la vaga idea di scrivere articoli per qualche giornale"; George Orwell finisce con l'arruolarsi nelle file repubblicane: va al fronte, partecipa alle giornate del maggio 1937 a Barcellona, viene ferito nell'assedio di Huesca e riesce a riparare in Francia. Coinvolgente come un romanzo e rigoroso come un saggio, "Omaggio alla Catalogna" è uno dei più importanti reportage della guerra civile spagnola e rappresenta, nella formazione politica e intellettuale dello scrittore, un momento cruciale, in cui matura in lui un sistematico rifiuto del totalitarismo.

Lunedì d'Autore

 

Michelle Cohen Corasanti

- Michelle Cohen Corasanti è cresciuta in una casa ebraica in cui le auto tedesche venivano boicottate e le obbligazioni israeliane erano abbondanti. A parte la scatola di sedakah di latta blu e bianca del Fondo nazionale ebraico che la sua famiglia teneva in cucina e il denaro che avrebbe dato per piantare alberi in Israele, tutto ciò che ha imparato crescendo è stato che dopo l'Olocausto gli ebrei hanno trovato una terra senza un popolo per un popolo senza terra e ha fatto fiorire il deserto.

Fino alla terza elementare, Michelle ha frequentato la scuola pubblica e poi si è trasferita alla Hillel Yeshiva. La più grande lezione che Michelle sente di aver appreso in questa Yeshiva è stata articolata dal rabbino Hillel (30BC-10AD), uno dei più grandi rabbini dell'era talmudica nella sua famosa citazione: “Ciò che è odioso per te, non farlo a un altro. Questa è l'intera Torah. Il resto è commento. " C'erano due studenti nella sua classe di laurea di primo grado.

Michelle è tornata alla scuola pubblica per la seconda media, ha smesso di indossare gonne con pantaloni sotto e ha fatto nuovamente amicizia con il suo ex migliore amico con cui aveva perso i contatti durante i suoi anni di yeshiva. Da allora il padre della sua amica era morto, sua madre si era trasformata in una furiosa alcolizzata ei suoi fratelli maggiori trascorrevano la maggior parte del tempo nelle loro camere da letto ad ascoltare Lucy in the Sky with Diamonds in uno stato che Michelle era ancora troppo giovane per riconoscere. L'amica di Michelle viveva senza regole perché non aveva supervisione. Proprio quello che vuole ogni ragazza adolescente e quello che ogni genitore non vuole.

Essendo la figlia maggiore e unica della famiglia, la severità dei genitori di Michelle la soffocò. Ha deciso che voleva studiare all'estero a Parigi per prendere le distanze dal suo soffocamento dei genitori. I suoi genitori sionisti rifiutarono l'idea e mandarono Michelle in Israele a studiare l'ebraismo e l'ebraismo con la figlia Miriam, perfettamente educata e obbediente del rabbino. Michelle aveva sedici anni e l'anno era il 1982.

Nonostante venisse da Utica, New York, il passaggio al Ben Shemen Boarding School è stato facile per Michelle. Ben presto ebbe un fidanzato israeliano. Quando le disse che era un kahanista, lei non aveva idea di cosa stesse parlando. "Credo nel trasferimento", le disse. “Ci sono 21 paesi arabi, i palestinesi devono sceglierne uno. Non li vogliamo in questo paese. " E chi era Michelle per interrogarlo? Pensava che palestinese fosse un sinonimo di israeliano. Dopo tutto, a Michelle era stato insegnato che Israele era una terra senza popolo. Non aveva mai incontrato un palestinese. Come si è scoperto, la socializzazione di Michelle ha aiutato a far progredire il suo ebraico più delle flash card che Miriam esaminava costantemente nella loro stanza. Era diventata una studente eccellente. Ovviamente ha deciso di restare.

Quando Michelle si è diplomata al liceo, si è iscritta al programma preparatorio presso la Rothberg International School per migliorare il suo ebraico al fine di frequentare l'Università ebraica di Gerusalemme. Il suo ragazzo era infelice. "Ci sono troppi arabi israeliani a Gerusalemme". A quel punto era nell'esercito e sarebbe venuto a trovarla con il suo M-16 carico, come richiesto dalla legge.

I genitori di Michelle, nel tentativo di rompere la sua relazione con il Kahan, la mandarono a Parigi per l'estate per studiare il francese. Lì ha incontrato una ragazza di Beverly Hills e hanno trascorso la maggior parte delle loro notti in club esclusivi pieni di uomini libanesi ricchi e istruiti. Quelli erano i primi arabi che Michelle avesse mai incontrato. Avevano una versione di Israele completamente diversa da quella che aveva appreso. Con gli occhi aperti, Michelle è tornata in Israele.

Dopo aver abbandonato il Kahanist, Michelle si è iscritta al programma di studi sul Medio Oriente presso l'Università Ebraica. Era l'unica americana nel suo dipartimento. Il resto degli studenti erano ebrei israeliani e "arabi israeliani". Dopo la sua esperienza a Parigi, Michelle fece amicizia con questi ultimi, ma non avevano niente a che fare con l'elite libanese che aveva incontrato. Erano poveri, cittadini di seconda classe e Michelle dovette nascondere la sua amicizia con loro per paura che potesse fallire.

All'inizio, Michelle era l'unica nel dipartimento che non sapeva chi fosse Mohammad. Come apprese presto, sia gli "arabi israeliani" che Michelle non erano a conoscenza della versione dell'Islam e della storia del Medio Oriente che veniva insegnata nel suo dipartimento. Era proibito scrivere Palestina perché non è mai esistito. Prima del 1948 c'era la terra deserta di Israele e dopo c'era Israele. È vero quello che dicono che la storia è scritta dai vincitori. Michelle stava imparando rapidamente un'altra storia dai suoi amici "arabo-israeliani". Inoltre, ha assistito in prima persona a come sono stati trattati.

Quando Michelle lo disse ai suoi genitori, si rifiutarono di crederle. I suoi genitori, che sono democratici liberali, che sono stati i primi a sostenere Martin Luther King Jr. e tutta la legislazione sui diritti civili che hanno seguito le sue marce e si sono opposti all'apartheid in Sud Africa, non hanno voluto ascoltare e si sono rifiutati di credere quello che stava dicendo. In effetti, nessuno degli ebrei americani che conosceva credeva o voleva sentire quello che stava dicendo. Non aveva mai assistito a un simile razzismo e discriminazione in vita sua. In effetti, è rimasta disorientata nell'osservare come lo stesso gruppo di persone potesse opporsi con veemenza all'oppressione e al razzismo dei neri negli Stati Uniti e in tutto il mondo, potesse sostenere una forma simile di discriminazione e oppressione dei palestinesi. Fu allora che si rese conto di quanto fosse diversa dagli altri ebrei americani che conosceva.La lezione che ha imparato dall'Olocausto è stata che non potranno mai essere spettatori della sofferenza umana, sia essa ebrea o non ebrea. Le lezioni apprese dagli altri ebrei furono il muro di Berlino. Possono fare affidamento solo su se stessi. Devono fare tutto il necessario per poter avere un paese ebraico il più vicino possibile a un paese etnico-religioso puro nel caso sia necessario e raggiungeranno questo obiettivo indipendentemente da ciò che devono fare ai nativi non ebrei. Michelle si sentiva come se fosse contrapposta al resto. A quel tempo, non conosceva nessun altro che avesse preso la sua posizione. Non aveva mai sentito parlare di Amira Hass o Ilan Pappe a quel punto della sua vita.Devono fare tutto il necessario per poter avere un paese ebraico il più vicino possibile a un paese etnico-religioso puro nel caso sia necessario e raggiungeranno questo obiettivo indipendentemente da ciò che devono fare ai nativi non ebrei. Michelle si sentiva come se fosse contrapposta al resto. A quel tempo, non conosceva nessun altro che avesse preso la sua posizione. Non aveva mai sentito parlare di Amira Hass o Ilan Pappe a quel punto della sua vita.Devono fare tutto il necessario per poter avere un paese ebraico il più vicino possibile a un paese etnico-religioso puro nel caso sia necessario e raggiungeranno questo obiettivo indipendentemente da ciò che devono fare ai nativi non ebrei. Michelle si sentiva come se fosse contrapposta al resto. A quel tempo, non conosceva nessun altro che avesse preso la sua posizione. Non aveva mai sentito parlare di Amira Hass o Ilan Pappe a quel punto della sua vita.

Quando è scoppiata l'intifada Michelle era li. Le cose sono passate da orribili a insopportabili. Bisognava fare qualcosa e Michelle era determinata a contribuire a realizzarlo. Michelle è tornata negli Stati Uniti per conseguire il master in Studi sul Medio Oriente ad Harvard. Era determinata a dedicarsi al raggiungimento di una pace giusta in Medio Oriente e alla difesa degli oppressi. Ha dedicato ogni suo respiro a quell'obiettivo.

Mentre era ad Harvard, Michelle ha vinto una borsa di studio in lingue straniere e studi di area per perseguire l'arabo al programma di immersione totale estiva del Middlebury College. Poiché Michelle aveva già studiato arabo da quattro anni, è entrata a livello avanzato. Quando Michelle finì il programma, andò con un compagno di classe a Walden Pond e stavano parlando in arabo moderno standard quando tre arabi si avvicinarono a loro. Uno ha parlato con Michelle in colloquiale palestinese. Lui, che chiameremo Hasan, ha detto a Michelle che parlava come Nagib Mahfouz, il premio Nobel egiziano.

Hasan aveva completato il suo dottorato in fisica chimica presso l'Università Ebraica e stava facendo il suo post-dottorato con un vincitore del Premio Nobel ad Harvard. Michelle e Hasan conoscevano le stesse persone, avevano vissuto nello stesso dormitorio e avevano lo stesso compleanno. Ha saputo che suo padre era andato in prigione quando era giovane e non è stato rilasciato fino a quando Hasan non ha frequentato la scuola di specializzazione. Il padre di Hasan aveva aiutato un rifugiato a seppellire le armi. Hasan, essendo il figlio maggiore di nove figli con una madre analfabeta, ha dovuto lavorare per mantenere la sua famiglia fin dalla tenera età. A causa delle circostanze, Hasan ha potuto frequentare la scuola solo occasionalmente. Ma poiché era brillante in matematica e scienze, non aveva bisogno di altro. Alla fine ha vinto una borsa di studio per l'università. Lì, gli israeliani hanno riconosciuto il suo genio e lo hanno abbracciato. È cresciuto in un monolocale di mattoni di fango.Non hanno ricevuto l'elettricità fino a quando non è andato al college. Michelle stava per rimediare a tutto ciò che aveva sofferto.

Michelle si è laureata al programma di master ad Harvard e ha iniziato la scuola di legge (sarebbe diventata un avvocato internazionale per i diritti umani) e contemporaneamente il suo dottorato di ricerca ad Harvard. Il programma di studi mediorientali era stato facile per Michelle, ma la scuola di legge era una storia diversa. Sentiva che avrebbe dovuto leggere One L di Scott Turow prima di iniziare. Studiava venti ore al giorno. Michelle ha frequentato un semestre di giurisprudenza in Inghilterra, dove ha seguito dieci lezioni all'Università di Cambridge e due al Regents College in ogni aspetto del diritto internazionale offerto. Michelle non è mai uscita mentre Hasan cercava di trovare una cattedra. Da quando Michelle gli parlava in arabo, non si era resa conto che il suo inglese era praticamente inesistente e così Michelle dovette trascorrere molte serate traducendo e ascoltando le sue lezioni di Fisica Chimica.

Quando Michelle ha incontrato Hasan non si rendeva conto che ottenere una posizione accademica sarebbe stato più difficile che raggiungere la pace in Medio Oriente, con un massimo di mille candidati migliori che si candidavano per le sette o otto posizioni aperte ogni anno. Gli disse che andava bene per il suo mentore, un premio Nobel, correre dei rischi, ma era all'inizio della sua carriera. Michelle non sapeva che era in prima linea nella nanotecnologia. Con la pressione dei suoi studi e della sua ricerca di lavoro si sbriciolò.

Michelle ha deciso di fare uno stage il suo ultimo semestre in giurisprudenza presso lo studio legale di suo padre nella sua città natale. Lì, ha incontrato suo marito che era tornato a casa da poco da Los Angeles e non si è mai guardato indietro. Voleva salvare i palestinesi e alla fine ha salvato solo se stessa.

Il cacciatore di aquiloni ha costretto Michelle ad affrontare il suo passato, ma le ha anche dato un modo per essere di nuovo brava. Si è resa conto che quando ha letto il passaggio su come la storia e la religione non fossero facili da superare e alla fine Amir era un pashtun e Hasan un Hazara - sapeva di essere finalmente pronta a raccontare la storia che era stata dentro di lei per vent'anni . Avrebbe mostrato come tali ostacoli tra israeliani e palestinesi potessero essere superati perché l'aveva visto con i suoi occhi.

Per cinque anni, mentre i suoi amici facevano acquisti, Michelle si è resa schiava di questo romanzo perchè aveva trovato un modo diverso per realizzare i suoi sogni.

 Mentre un avvocato per i diritti umani può salvarne alcuni, uno scrittore può raggiungere i cuori di molti e influenzarli per sempre. Anche se fa un'increspatura, Michelle sente che ci sarà riuscita.

The Almond Tree è finzione ei personaggi provengono direttamente dall'immaginazione di Michelle, ma ha una base solida e precisa nella realtà.

Il motto di Michelle è " Possano le battaglie che combattiamo per il progresso della razza umana. "