«La gente in Uganda, in Africa, e in tutto quello che prende il nome di Sud globale sta perdendo case, raccolti, guadagni, e persino la vita, e qualsiasi speranza di un futuro vivibile, e li sta perdendo ora. Questa situazione non è solo tremenda, è anche ingiusta. Chi ha meno risorse e meno ha contribuito alla crisi si trova a fare i conti con le sue conseguenze peggiori: inondazioni più frequenti e più gravi, siccità più lunghe, ondate di caldo estremo e innalzamento del livello dei mari. Un pianeta più caldo di due gradi centigradi è una condanna a morte per Paesi come l'Uganda. Eppure, già mentre leggete questo libro, siamo sulla buona strada perché le temperature salgano molto molto di più di due gradi.» Vanessa Nakate non ha paura. Ha uno spirito inarrestabile e una voce forte e commovente. È una leader fra gli attivisti della giustizia climatica. Ha guardato in faccia Obama per dire che i suoi Stati Uniti hanno tradito le loro promesse sul clima. È diventata una superstar. Tutti i giorni lotta per dire la verità sul più grande problema del nostro tempo: non siamo tutti uguali di fronte alla crisi climatica. Questo è il racconto di vita una giovane donna ugandese, che vede abbattersi sulla sua comunità le conseguenze smisurate di una catastrofe che avanza. E intanto assiste all'indifferenza nei confronti delle nazioni africane. Nel 2019 Nakate è diventata la prima manifestante di Fridays for Future in Uganda e così ha scoperto di avere una voce politica potente. Nel gennaio 2020 Associated Press l'ha tagliata fuori da una foto scattata al World Economic Forum di Davos: di fianco a lei c'erano quattro attivisti, tutti bianchi. Ma la voce di Vanessa Nakate è più forte. Da timida ragazzina di Kampala a leader sulla scena mondiale, Nakate ha scritto un libro nel quale il manifesto politico e il memoir sono inseparabili.
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