- In questa nuova realtà vediamo il quartetto più famoso della nona arte ottenere i loro poteri nel pieno della corsa allo spazio, per poi trovarci all’interno delle tensioni sempre più crescenti tra USA e URSS e vedere come la situazione si evolva in una situazione in cui si muovono personaggi straordinari come quelli della Marvel, mostrandoci come cambiano ed evolvono le vite dei 4 membri principali, allontanandosi (ma solo in parte) da tutto quello che abbiamo letto in anni di storie e mantenendo costante un villain oscuro, che incombe su ogni singola pagina di questo fumetto.
In questa storia il divoratore di mondi è usato in maniera estremamente interessante, ritratto come qualcosa di superiore, un male cosmico senza tempo come quelli scritti nei testi di Lovecraft, non abbiamo praticamente in nessun momento l’impressione che la storia di questa terra abbia abbracciato il lato cosmico della casa delle idee (escludendo l’apparizione successiva di un certo personaggio) e la sensazione è che l’assenza di alcuni eventi chiave si faccia sentire e costituisca il motivo principale della diversa percezione che abbiamo di Galactus
Una lettura dove traspare una certa venatura deprimente, che rende un po’ meno leggera – ma non meno gradevole sia chiaro – la lettura di La storia della nostra vita. L’approccio diverso scelto dall’autore e la pregressa conoscenza di come funziona il trigger narrativo dell’invecchiamento dei nostri beniamini in qualche modo ha tolto a questo volume (almeno per noi) un po’ di effetto “lettera d’amore” e questo non è del tutto un male.
Ci troviamo a leggere di personaggi estremamente umani, che prendono decisioni avventate, si lasciano guidare dal rancore e dalle emozioni, tornano sui loro passi e poi si perdono di nuovo, soffrono e muoiono, questo è quello che un lettore deve cercare all’interno di una storia di questo tipo secondo Russell e questo è esattamente quello che lui ci offre.
A livello grafico il lavoro di Sean Izaakse funziona e si incastra perfettamente con la narrazione .
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