- Nella primavera del 1939 è ormai chiaro, almeno per chi ha mantenuto uno sguardo lucido sugli avvenimenti, che l’Italia si sta sempre più avvicinando alla Germania nazista. Non tutti, però, si arrendono a una prospettiva del genere. A Milano un gruppo di oppositori d’alto rango decide che bisogna fare qualcosa. Bisogna rovesciare il regime, e l’unico modo per farlo è uccidere il duce. Il colonnello Antonio Gualdi, eroe della guerra in Africa orientale, viene contattato dai congiurati e incaricato di pianificare l’impresa. Gualdi decide di puntare su un uomo solo, Elio Braghieri, la poiana, un ex ufficiale che è stato ai suoi ordini nell’avventura coloniale e che ora insegna alle scuole elementari di Montuberchielli, un paesino della provincia di Pavia. La polizia segreta fascista, l’OVRA, partendo da un indizio, risale però ad alcuni dei congiurati, e scopre che si sta progettando l’attentato. Il colonnello sceglie di uccidersi, piuttosto che finire nelle loro mani. Il commissario Moro, che dirige l’OVRA di Milano, decide di mettere sulle tracce della poiana un fascista della prima ora. Romano Boni, camicia nera di Montuberchielli, è un avversario pericoloso e senza scrupoli. Parte una caccia all’uomo senza esclusione di colpi. Boni cerca di far venire allo scoperto Braghieri colpendo le persone che più gli sono care. È disposto a mettere a ferro e fuoco il paese, per ottenere le informazioni che cerca. Ma è proprio la reazione degli abitanti di Montuberchielli a determinare l’ultimo colpo di scena. I piani del colonnello Gualdi, ad insaputa di chi l’aveva incaricato di pianificare l’attentato, prevedono che si possa anche cambiare bersaglio. Per provocare la caduta del fascismo, secondo Gualdi, la nascita di un movimento di resistenza equivale all’eliminazione del duce.
Nessun commento:
Posta un commento