- Un capolavoro del giallo italiano uscito dalla penna di una meravigliosa scrittrice italiana vissuta nel ’900 e che pochi conoscono. Carolina Invernizio è stata una geniale autrice che ha precorso i tempi…
Un atto delittuoso accade la notte del giovedì grasso – e non si tratta di uno scherzo di carnevale. Una giovane donna, madre single, viene accoltellata a morte in un modesto appartamento di Torino. L’assassino, in costume da pierrot, viene subito catturato; ne resta però misterioso il movente.
Per la verità, c’è chi sospetta che la mano del reo sia stata armata da qualcun altro. Le prove però non si trovano. Una testimone oculare si rivela essere una dama dell’alta società; ma che cosa era andata a fare, essa pure mascherata, in quel caseggiato? Tanto più che la vittima, prima di spirare, ha rivolto parole sibilline proprio a lei, come se la conoscesse. E lo studente di ingegneria che la accompagnava e che lì dimorava, che ruolo rivestiva?
Non basterà il processo per rispondere a queste domande. Occorreranno altri eventi e l’entrata in scena di altri personaggi (la fidanzata del presunto colpevole, il conte marito della dama e il padre di lei, una avventuriera, un marchese gaudente) per dissipare una parte del mistero.
Per la parte che resta, la più torbida, è necessario risalire a un passato lontano, dove si nasconde un segreto inconfessabile.
La trama ingegnosa, che è articolata in tre corposi segmenti e combina elementi polizieschi con inserti melodrammatici, dissemina gli indizi che porteranno alla soluzione dell’intrigo, ma dispone abilmente anche le cortine fumogene che impediscono di coglierne appieno l’importanza.
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