- Quattro donne lavorano a un atlante di geografia in fascicoli. Sono un gruppo eterogeneo, ma hanno tutte, chi più chi meno, intorno ai quarant'anni e stanno vivendo un momento delicato dell'esistenza: Marisa è insoddisfatta del proprio aspetto e spaventata dall'amore; Rosa, grazie a una passione sfortunata, trova la forza di rinunciare a un matrimonio sfibrato; Fran ritrova la confidenza con il proprio compagno e scopre che cosa le manca veramente; Ana si tuffa impavida in un rapporto con un uomo sposato. Mentre il loro lavoro va prendendo forma, la ricerca di dati si fa dunque ricerca interiore, racconto di vita, scomposizione della memoria, atlante di geografia umana appunto, ma di un'umanità circoscritta alle quattro donne e al loro mondo. E alle pagine dei fascicoli si sostituiscono quelle di cronaca intima, narrata in prima persona, in cui le protagoniste ripercorrono anni di lotte politiche, di conquiste femminili, di amicizie fatte e disfatte e, soprattutto, di relazioni personali difficili, di compagni persi e ritrovati. Le loro sono le storie di molte donne, fitte di passioni, desideri, conquiste e coraggio. Spesso il bilancio non è molto lusinghiero, spesso il numero delle sconfitte e delle sofferenze supera quello delle vittorie e delle gioie, ma non è detto che nella vita le cose non possano cambiare. Anzi, capita che prendano una piega inaspettata... Ancora una volta Almudena Grandes sa dare pagine dense di sentimenti ed emozioni: la confusione, lo sconforto, la soddisfazione, la tenerezza, la durezza, la capacità di fare scelte decisive. Il risultato è un sorprendente catalogo al femminile, un Atlante in cui si ritrova un'intera generazione di donne.
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