- Rassegnate, prive di autostima, incapaci di affrancarsi dai tradizionali ruoli che la società ha sempre loro riservato: ecco l'autoritratto delle italiane emerso da un'indagine Nielsen, a pochi mesi dalla riuscitissima manifestazione "Se non ora quando" che aveva infuso nuova linfa e nuove speranze nel mondo femminile. Tra le interpellate, una su due afferma che le donne sono più inclini a occuparsi dei figli che a svolgere qualunque altro compito, una su tre è convinta che partecipare alla politica sia roba da uomini, una su quattro ritiene giusto che siano gli uomini a comandare e una su tre non ha nulla da obiettare sul fatto che guadagnino di più.
È possibile cambiare questa mentalità, che non solo influisce negativamente sulle prospettive professionali, ma può rendere le donne più vulnerabili di fronte a maltrattamenti e soprusi?
Luisella Costamagna ne è convinta e risponde raccontando le storie di dieci donne che ce l'hanno fatta, che hanno vinto le piccole o grandi sfide della loro vita e ora sono soddisfatte di se stesse. Prima ancora degli impedimenti esterni, le protagoniste di queste vicende hanno dovuto superare una ben più insidiosa e subdola barriera interiore, "la barriera del questo non posso farlo, o del questo non riuscirò mai a farlo", una barriera per cui "non c'è legge, campagna di sensibilizzazione o quota rosa che tenga". La loro carta vincente è stata acquisire passo dopo passo, fra mille ostacoli, consapevolezza del proprio valore e della propria dignità. E, a prescindere dalle scelte fatte e dai risultati ottenuti, ora possono guardarsi allo specchio e dirsi: "Sì, sono proprio come mi volevo".
Sono donne che a volte hanno dovuto toccare il fondo prima di trovare la forza per riscattarsi, come Bruna, vittima delle violenze, fisiche e psicologiche, di un marito oppressore; o Patrizia, faticosamente risalita dall'inferno della tossicodipendenza e della detenzione. Donne che hanno ribaltato un destino che sembrava già scritto, come Ida, magistrata di altissimo livello a dispetto di un'infanzia segnata da malattia e povertà. O semplicemente donne alla ricerca della propria dimensione ideale, come Alessandra, che ha lasciato un incarico di dirigente d'azienda all'apice della carriera per fondare una società tutta al femminile in cui il tempo del lavoro sia conciliabile con quello della famiglia; o Sara, giovane ricercatrice innamorata della propria professione, che sogna di creare un museo dei bambini e non ha permesso alla precarietà contrattuale di diventare precarietà progettuale.
Noi che costruiamo gli uomini è un appello appassionato rivolto a tutte le donne, perché abbiano il coraggio di mettersi alla prova, sfidare i luoghi comuni, essere fino in fondo padrone delle proprie scelte e del proprio destino, indipendentemente dai traguardi che si prefiggono: realizzarsi, infatti, "non significa per forza diventare manager, o ministri della Repubblica o grandi scrittrici. Significa soltanto fare qualcosa che pensavi di non poter fare".
venerdì 6 settembre 2024
COSA PENSANO DI NOI
COSA PENSANO DI NOI
Luisella Costamagna
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento