- Nello spazio di dieci racconti, Davide Zingone dipinge con precise pennellate questa società di inizio terzo millennio che arranca su gambe malferme, gravata dai comportamenti menefreghisti, beceri, prepotenti di individui più protesi a danneggiare il prossimo che a cercare la propria felicità. Ogni storia analizza un diverso tipo di cattiveria gratuita, ed è ammantata da una peculiare aura sentimentale, che cambia in sincrono con la personalità dei protagonisti, sempre minuziosamente descritti dal punto di vista caratteriale e motivazionale, toccando tutto lo spettro cromatico dell’animo umano. Lo stile è spigliato, frizzante, ricco di giochi di parole (particolarmente presenti in piccole perle come “Giallo alla Regione” ed “Hellzapoppin”, in cui la vena nonsense dell’autore viene alla ribalta in tutta la sua irriverente potenza), mai didascalico, ma sempre accattivante e volto a tenere ben desta l’attenzione del lettore. Un tour guidato nell’inferno delle miserie umane, alla scoperta di personaggi che subiscono o infliggono agli altri la dura legge della kazzimma umana, sullo sfondo di una Napoli martoriata e meravigliosa che si fa madre benevola e, perciò, universale.
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