"Il dolore dei pesci "racconta la storia di un ragazzo cresciuto in una Sicilia guardona, repressa e decadente. Teo si ritrova unico erede di un appartamento borghese; il padre, con il quale scambia singolari lettere, è fuggito in giro per il mondo. Si parla la “lingua incomprensibile del non amore”, che usa chi non sa comunicare con l’altro. “Qualcuno mi spieghi la differenza tra l’amore e il dolore”, chiede con forza il protagonista. Uniche figure presenti nella sua vita sono Nico e Viola, un ragazzo che ama il travestimento e una ragazza omosessuale dal carattere molto forte. Con i suoi amici nonché nuova famiglia di adozione, Teo vive incontri bizzarri che scandalizzano l’intorno dei condomini perbenisti, episodi grotteschi che flirtano spesso con l’assurdo, a volte violenti, altre volte teneri. Come in un diario di qualcuno costretto all’esilio da se stesso, Teo ci fa boccheggiare assieme a lui nel tentativo di risalire verso la luce, trovare un po’ d’aria, un po’ d’amore. Può una storia che racconta di sesso, perversioni, violenza, degrado, solitudine e morte, essere delicata e intensa, come una pennellata di Schiele o di Goya?
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