- Vi devo confessare la verità. Non userò giri di parole ma verrò subito al punto.
Questa non è un’opera di fantasia ma è “purtroppo” una storia vera.
Dico “purtroppo” perché è una storia che mi tocca in prima persona.
Mi spiego meglio.
Tempo fa, mentre ero occupata in alcune faccende domestiche, ho trovato sotto al divano un quadernone, rivestito da un cartoncino nero, dimenticato (o nascosto lì) dal mio ex coinquilino.
Questo “soggetto” durante il periodo dell’emergenza sanitaria è letteralmente svanito nel nulla. Scomparso da un giorno all’altro senza darmi nessun preavviso, è fuggito da casa come un ladro.
Ammetto che non eravamo amici intimi ma, dopo tre anni di convivenza, mi aspettavo maggior riguardo. Mi aspettavo anche saldasse la sua parte delle ultime quattro rate dell’affitto arretrate che, mi aveva giurato, sarebbero arrivate “a giorni”.
Per mesi mi sono chiesta perchè si fosse comportato così.
Cosa gli ho fatto di male? Ho sbagliato qualcosa? Perchè è sparito senza dire niente? Che fine ha fatto?
Non ricordo di aver avuto con lui nemmeno una discussione nei tre anni di convivenza. Non mi viene in mente nessun motivo che giustificasse quel comportamento. Io mi fidavo di lui.
Mettere in difficoltà in questa maniera una persona è un qualcosa che si commenta da solo.
Per fortuna non sono una a cui piace compatirsi e, nonostante le difficoltà, sono riuscita ad andare avanti da sola.
Ho provato a contattarlo telefonicamente ma inizialmente non rispondeva e poi mi ha bloccata.
Per farla breve, l’unica traccia che ha lasciato in casa è questo quadernone.
Che fosse una specie di “diario romanzo” l’ho capito dopo. Ripensandoci mi ricordo che parlava spesso del fatto che volesse diventare uno scrittore ma non immaginavo neanche lontanamente che avesse iniziato a scrivere.
In ogni caso il diario era rimasto a casa mia e, nonostante la rabbia iniziale e la voglia di distruggerlo, poi l’ho letto e ho capito tutto.
Che dovevo fare con quello “scritto”?
Ci ho pensato tanto.
Alla fine ho deciso di pubblicare il diario. Non ho pensato solo alla possibilità di recuperare i soldi che mi doveva, ma anche al semplice gusto di “sputtanare l’idiota”.
Riporto il suo diario-romanzo così come l’ho trovato.
Ho aggiunto solo qualche commento quando proprio non sono riuscita a trattenermi. Alla fine “commentare” era il minimo che io potessi fare di fronte a certe cose che ha scritto…
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