martedì 18 giugno 2024

ALLA SCOPERTA DEL FIUME NIGER

ALLA SCOPERTA 
DEL FIUME NIGER
La prima eplorazione moderna 
dell'Africa nera
Mungo Park

"Avevo davanti a me una foresta sconfinata e un paese i cui abitanti erano estranei alla vita civile. Per la maggior parte di essi un uomo bianco era solo l’oggetto di curiosità o di saccheggio. Riflettevo sul fatto che mi ero separato dall'ultimo europeo che avrei potuto vedere e che forse avevo abbandonato per sempre le comodità della società moderna."
Partito con scarsi mezzi dall'Inghilterra nel 1797, Park arriva sulle coste dell'Africa Occidentale, risale il fiume Gambia e si addentra in terre totalmente sconosciute. Entra in contatto con popoli a lui spesso ostili, riuscendo ad arrivare quasi in fin di vita, completamente solo e dopo innumerevoli disavventure, persecuzioni e malattie, all'allora misterioso fiume Niger.
Annotando giorno dopo giorno ciò di cui è diretto osservatore, Park compone un resoconto inestimabile di costumi, tradizioni, civiltà che il mondo europeo ignorava quasi del tutto all'epoca. Il libro fu pubblicato nel 1799 con il titolo "
Viaggio nelle terre interne dell'Africa". Divenne ben presto un classico della letteratura di viaggio, influenzando i racconti di molti degli esploratori che, spesso seguendo le tracce di Park, si inoltrarono nell'Africa subsahariana alla scoperta dell'ignoto.
Park fu il primo esploratore europeo che riuscì a tornare da un viaggio impervio e lunghissimo in un’area immensa, corrispondente all’odierno Sahel fra gli attuali territori dell’Algeria, Marocco, Mauritania, Senegal, ma anche Mali e Niger. Nel suo peregrinare, viene rapito, trascinato nel deserto del Sahara, e poi liberato dalla popolazione beduina e nomade dei Mauri (simile per cultura, religione e lingua ai Tuareg). Rischia varie volte di perdere la vita per fame, malattie, aggressioni. Ma alla fine riesce a raggiungere il fiume Niger, a navigarlo e a visitare così grandi città africane (come Djennè) governate da antiche dinastie di imperi (come quello del Mali), e ad avvicinarsi a Timbuctù. Fine osservatore, descrive nel suo libro la cultura, l’economia e la civiltà delle diverse popolazioni che incontra (ad esempio i Mandingo, i Foulah), a volte con stupore e sincera ammirazione. Egli è anche cosciente che i suoi resoconti verranno letti con molto interesse dai colonizzatori europei interessati alle preziose risorse presenti nei territori interni al continente nero (fra cui l’oro o l’avorio). Di grande interesse è anche per questo la lucida descrizione che Park fa della grande tratta degli schiavi e degli immensi profitti che in quell’epoca questo commercio dava non solo alle potenze europee già stabilitesi sulle coste africane, ma anche ai trafficanti dei paesi dell’interno.

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