"Avevo davanti a me una foresta sconfinata e un paese i cui abitanti erano estranei alla vita civile. Per la maggior parte di essi un uomo bianco era solo l’oggetto di curiosità o di saccheggio. Riflettevo sul fatto che mi ero separato dall'ultimo europeo che avrei potuto vedere e che forse avevo abbandonato per sempre le comodità della società moderna."
Partito con scarsi mezzi dall'Inghilterra nel 1797, Park arriva sulle coste dell'Africa Occidentale, risale il fiume Gambia e si addentra in terre totalmente sconosciute. Entra in contatto con popoli a lui spesso ostili, riuscendo ad arrivare quasi in fin di vita, completamente solo e dopo innumerevoli disavventure, persecuzioni e malattie, all'allora misterioso fiume Niger.
Annotando giorno dopo giorno ciò di cui è diretto osservatore, Park compone un resoconto inestimabile di costumi, tradizioni, civiltà che il mondo europeo ignorava quasi del tutto all'epoca. Il libro fu pubblicato nel 1799 con il titolo "Viaggio nelle terre interne dell'Africa". Divenne ben presto un classico della letteratura di viaggio, influenzando i racconti di molti degli esploratori che, spesso seguendo le tracce di Park, si inoltrarono nell'Africa subsahariana alla scoperta dell'ignoto.
Park fu il primo esploratore europeo che riuscì a tornare da un viaggio impervio e lunghissimo in un’area immensa, corrispondente all’odierno Sahel fra gli attuali territori dell’Algeria, Marocco, Mauritania, Senegal, ma anche Mali e Niger. Nel suo peregrinare, viene rapito, trascinato nel deserto del Sahara, e poi liberato dalla popolazione beduina e nomade dei Mauri (simile per cultura, religione e lingua ai Tuareg). Rischia varie volte di perdere la vita per fame, malattie, aggressioni. Ma alla fine riesce a raggiungere il fiume Niger, a navigarlo e a visitare così grandi città africane (come Djennè) governate da antiche dinastie di imperi (come quello del Mali), e ad avvicinarsi a Timbuctù. Fine osservatore, descrive nel suo libro la cultura, l’economia e la civiltà delle diverse popolazioni che incontra (ad esempio i Mandingo, i Foulah), a volte con stupore e sincera ammirazione. Egli è anche cosciente che i suoi resoconti verranno letti con molto interesse dai colonizzatori europei interessati alle preziose risorse presenti nei territori interni al continente nero (fra cui l’oro o l’avorio). Di grande interesse è anche per questo la lucida descrizione che Park fa della grande tratta degli schiavi e degli immensi profitti che in quell’epoca questo commercio dava non solo alle potenze europee già stabilitesi sulle coste africane, ma anche ai trafficanti dei paesi dell’interno.
martedì 18 giugno 2024
ALLA SCOPERTA DEL FIUME NIGER
ALLA SCOPERTA
DEL FIUME NIGER
La prima eplorazione moderna
dell'Africa nera
Mungo Park
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento